Siddùra è probabilmente una cantina più bianchista che rossista (anche se, in Sardegna, è impossibile non confrontarsi con le uve a bacca rossa), un carattere che emerge anche nella declinazione del vino oggetto del nostro assaggio. Il Passito Nùali 2016, che viene affinato a lungo in bottiglia, possiede profumi di pesca e albicocca sciroppate, miele, frutta secca, erbe aromatiche e toni balsamici a rifinitura. In bocca, è morbido e avvolgente, ma sempre ben bilanciato in virtù di una presente freschezza e di una vena sapida. Siddùra, voluta dall'imprenditore tedesco Nathan Gottesdiener, nasce nel 2008, con l’apporto di Massimo Ruggero, l’enologo Dino Dini e l’agronomo Luca Vitaletti. Il luogo scelto per questo progetto enologico è la Gallura. Qui l’azienda conta su 37 ettari a vigneto, nei pressi di Luogosanto. In cantina le fermentazioni sono spontanee in modo da valorizzare il terroir di appartenenza, su cui, evidentemente, si gioca la sfida di questa realtà, che attualmente produce 200.000 bottiglie all'anno. Non manca neppure la sperimentazione, per esempio, sui vasi vinari: dai contenitori di cemento a quelli di legno, passando per le anfore. Un’azienda, insomma, che in poco più di un decennio ha saputo costruirsi una buona reputazione e mettere in campo etichette convincenti, sia dal punto di vista stilistico che qualitativo, a riprova della vocazione della Sardegna come territorio enoico.
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