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ENOGASTRONOMIA

Il potere del wine & food, sempre più mezzo di promozione turistica, tra experience e cultura

Diversi mondi a confronto, dallo sport al turismo, che hanno scelto vino e cibo come rappresentanti di un territorio: il webinar firmato Doc-Com
CULTURA, EXPERIENCE, GASTRONOMIA, MASI, NORBERT NIEDERKOFLER, RAFFAELE BOSCAINI, TURISMO, WINE & FOOD, Italia
Il vino e il cibo, sempre più mezzo di promozione turistica dei territori

Il potere del cibo, che non è certo solo quello di deliziare palati, e il potere del vino, che va ben oltre quello che c’è nel bicchiere: l’enogastronomia, in Italia soprattutto, è parte fondamentale della cultura, la prima pagina di un racconto che parla di arte, storia, cultura, paesaggi unici, che proprio attraverso un piatto e un calice di vino iniziano a venire a galla, a farsi conoscere dai milioni di viaggiatori che ogni anno arrivano in Italia, ma anche dagli italiani stessi, sempre più alla ricerca di esperienze uniche, di posti da scoprire e storie da sentire. Ecco, in breve, il messaggio del webinar firmato Doc-Com, agenzia di comunicazione digitale, “Destinazioni ma anche grandi eventi sportivi e innovativi format gastronomici scelgono il food come leva di promozione turistica. La cucina è cultura, sapere condiviso, capacità di innovazione”, vero e proprio momento di approfondimento e condivisione di esperienze da parte di imprenditori, diversi tra loro e appartenenti a diversi “mondi”, ma che in comune hanno la scelta di abbracciare il mondo del wine & food come mezzo di diffusione culturale. A partire da Raffaele Boscaini, marketing manager della griffe dell’Amarone della Valpolicella Masi Agricola, che ha raccontato cosa ha portato la sua cantina a dare vita alla Masi Wine Experience, e più in particolare al Masi Wine Bar. “Il nostro progetto primario, Masi Wine Experience, - spiega Boscaini - nasce da una riflessione: la filiera del vino è lunga, e si rischia che il messaggio arrivi distorto. Per questo abbiamo pensato che dovessimo essere direttamente noi a comunicare con i nostri consumatori: sono nati così i primi progetti, come le cantine aperte, per visitare e vedere dove e come nascono i vini, evoluti poi con la vendita diretta, a cui è venuta, di conseguenza, la degustazione abbinata con il cibo. Il Wine Bar nella nostra Tenuta di Canova è nato così, per completare l’esperienza enoica nella quotidianità, soprattutto se si tratta di cibi ispirati al luogo in cui i nostri vini nascono, per raccontare al consumatore una storia completa, del territorio, del paesaggio e della cultura. La ristorazione - conclude Boscaini - è infatti il primo portabandiera del vino italiano, motivo per cui la sinergia tra questi due mondi è fondamentale per la promozione dell’Italia nel mondo”.
Sinergia, accolta e sviluppata anche da Norbert Niederkofler, chef tristellato che ha messo al centro della sua filosofia di cucina la sostenibilità e il racconto del territorio, e che, con il progetto “Care’s”, ha cercato di portare ad un livello ancora superiore, quello dell’esperienza: “si tratta di un evento secondo me molto interessante - racconta lo chef - perché va nella direzione della sostenibilità anche in termini di experiences, in modo da poter dare al cliente la possibilità di vivere in prima persona quello che facciamo sul tema, dal foraging al design, dalla cucina al vino fino all’ambiente, principalmente in montagna. Così, cerchiamo di far allo stesso tempo vivere esperienze memorabili, ma anche educazione di preservazione e promozione dell’ambiente. Da cui agricoltura e viticoltura dipendono inevitabilmente”.
Ma se per gli italiani la connessione tra enogastronomia e cultura e storia del territorio è stata sempre evidente, non è sempre stato così per gli stranieri: “il punto di svolta - commenta Andrea Guolo, giornalista e firma dello Studio Pambianco - è stato nel 2015, con Expo Milano: da lì, la connessione tra vino, cibo, paesaggi, storia e cultura è diventato chiaro anche per i turisti internazionali. Da lì, si è capito che per far conoscere quel che in Italia abbiamo di prezioso e unico, si poteva passare attraverso il buon cibo e il buon bere, che sono i mezzi più “accattivanti” per attirare l’attenzione verso ciò che sta dietro ad un piatto, ad un’etichetta”. E lo sanno bene in due territori che di questo modo di fare promozione turistica hanno fatto un cavallo di battaglia: la Romagna e Cortina. La prima, raccontata dalla case history di Chiara Stolfi, curatrice del progetto “Romagna Osteria”, iniziativa per portare all’attenzione altri luoghi oltre alla famosissima riviera. “La Romagna - spiega Chiara Stolfi - ha molto altro da offrire ai turisti, come un entroterra mozzafiato. Così, abbiamo deciso di mettere insieme chef, stellati e non, che uscissero dalle loro cucine per proporre eventi ed esperienze, con vino e cibo come leve per scoprire paesini sconosciuti, tradizioni quasi dimenticate, storie e leggende. Perché proprio l’enogastronomia? Perché il cibo è lo strumento principale di convivialità, di scoperta e di scambio, da cui iniziare a scoprire l’arte, i paesaggi, la cultura”. E, per Cortina, è Graziano Prest, chef stellato Michelin col ristorante Tivoli Cortina, che fa parte del progetto Chef Team Cortina 2021, specchio dell’importante ruolo che l’enogastronomia giocherà ai mondiali di scii del 2021 (sempre che non siano rimandati al 2022, ndr). “Nel contesto di Cortina - spiega lo chef - gli chef hanno preso consapevolezza dell’importanza che la cucina ha nel mondo di montagna, e dell’interesse che le persone che vengono qui hanno nello scoprire il nostro mondo attraverso la cucina. Così sono nati tantissimi eventi diversi, dalle passeggiate culturali con varie soste in più rifugi con scelte di piatti che raccontino un’unica storia, legata al paesaggio, fino agli aperitivi più glamour con i nostri piatti tipici rivisitati in chiave moderna e giovane, in abbinamento ai vini del nostro territorio. E in prospettiva, guardando verso le Olimpiadi del 2026, l’obiettivo sarebbe la creazione di un vero e proprio manifesto della cultura enogastronomica di Cortina, con il coinvolgimento sempre più importante di produttori locali, chef e ristoratori per creare esperienze culturali legate allo sport e all’intrattenimento”.

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