La produzione del rosato per la famiglia Biondi Santi ha una storia letteralmente intima. Si è sempre prodotta al Greppo una piccola quantità di questa tipologia per il consumo casalingo e Franco Biondi Santi, solo a partire dal 2006, volle includerlo nel portafoglio delle etichette aziendali, con l’annata 2004, in un numero ridotto di bottiglie. Questa tradizione è tornata di recente nella produzione del figlio Jacopo Biondi Santi (con l’annata 2018, solo in 800 bottiglie), che, con il suo JeT, riannoda un filo della straordinaria storia di questa dinastia enoica del Bel Paese. La forza della famiglia è simbolicamente evocata anche nel nome del rosato del Castello di Montepò, che mette insieme le iniziali di Jacopo Biondi Santi e di suo figlio Tancredi, uniti in questo progetto dalle radici antiche e dalla proiezione futura. La versione 2019 mette in evidenza profumi intensi e fragranti, inconfondibilmente “Sangiovese style”, mentre in bocca la polpa è succosa e il sorso è dinamico e sapido. Il JeT è ottenuto da Sangiovese in purezza vinificato in bianco. Il clone è il famoso BBS11, ancora una volta una traccia del patrimonio delle conoscenze familiari tramandate, che occupa il 70% dei suoli vitati di Montepò, oggi 50 ettari (allevati per la quota restante a Cabernet Sauvignon e Merlot) e destinati a diventare 120 nel piano di ampiamento complessivo dell’azienda denominato “Montepò 2030”.
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