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INVENTORY LOAN

Castiglion del Bosco, 1 milione di euro da Banca BPM con il Brunello in “pegno”

Il primo esempio di “en primeur eno-finanziaria” dalla griffe enoica di Massimo Ferragamo, con la garanzia di Valoritalia

Una sorta di “en primeur eno-finanziaria”, con il vino che resta in cantina, nella disponibilità del produttore - che intanto può lavorare per collocarlo sul mercato - e, nello stesso, tempo genera liquidità immediata per l’azienda, garantita dal credito bancario, sulla base della stima puntuale del valore delle bottiglie in cantina, e non attraverso generici parametri di riferimento dello sfuso come possono essere i mercuriali delle camere di commercio. E, in più, a tutela sia dell’azienda che della banca, con la certificazione del prodotto da un ente terzo di controllo: in un mondo del vino che cerca nuove forme di accesso alla liquidità, non solo per far fronte all’emergenza Covid, la novità, prima del genere, arriva dalla terra del Brunello di Montalcino, e da una delle sue realtà più celebrate, Castiglion del Bosco di Massimo Ferragamo, con la prima reale applicazione dello strumento del “pegno” con un prodotto Dop a garanzia (prendendo spunto da quanto previsto dal DL “Cura Italia”), in questo caso il vino più prezioso d’Italia (con quotazioni dello sfuso, indicativamente, sui 900 euro ad ettolitro), in un’operazione innovativa che coinvolge la Banca Popolare di Milano - Banco Bpm, e Pwc e Valoritalia, il più importante ente di certificazione del vino d’Italia, guidato da Giuseppe Liberatore.
Tecnicamente, si chiama “inventory loan”, e metterà a disposizione della griffe del Brunello 1 milione di euro, erogato, come detto, da Banco Bpm, terzo gruppo bancario in Italia, utilizzando il privilegio sul magazzino di vino sfuso “atto a divenire Brunello di Montalcino”. Come si legge nel comunicato di Castiglion del Bosco, il finanziamento ha durata di 4 anni (con 12 mesi di pre-ammortamento), tasso fisso e rimborso di interessi e capitale su base semestrale. Il privilegio va a garantire il credito, lasciando il vino sfuso nella piena disponibilità di Castiglion del Bosco. Su base periodica, PwC e Valoritalia svolgeranno le procedure di verifica fisica sul magazzino, mentre quest’ultima provvederà anche al controllo di corrispondenza dei quantitativi riportati nei registri Sian e al sopralluogo, con prelievo dei campioni, al fine di verificare i requisiti previsti dal Disciplinare. Nel corso della durata del finanziamento, il vino sfuso di Castiglion del Bosco posto a garanzia del finanziamento potrà essere sostituito dalle vendemmie successive, per consentire l’imbottigliamento e l’invecchiamento delle annate prossime alla messa in commercio.

“Siamo orgogliosi di aver costruito questa operazione innovativa - spiega Simone Pallesi, amministratore unico della Castiglion del Bosco Agricola - che ci auguriamo possa diventare un riferimento importante per la nostra Denominazione in una fase congiunturale difficile. Il finanziamento su privilegio valorizza lo sfuso e sostiene il produttore nel percorso di affinamento del vino in cantina, creando valore per l’intera Denominazione. Abbiamo lavorato con un gruppo di persone che esprimono quella straordinaria capacità silenziosa di portare a termine i progetti, nonostante le avversità, spinti dalla passione per il lavoro e dalla soddisfazione di un traguardo raggiunto insieme”.
Fondamentale, come sottolinea Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia, “il contributo di un Ente di certificazione come Valoritalia, che ha consentito di sviluppare strumenti finanziari innovativi destinati alle imprese vitivinicole, fornendo le necessarie garanzie tecniche che da sempre costituiscono uno degli elementi problematici per la concessione del credito. Siamo convinti che la collaborazione tra Banco BPM, Castiglion del Bosco e Valoritalia, costituisca un modello virtuoso destinato a diffondersi in tutta Italia ed a portare notevoli vantaggi al settore vitivinicolo, anche in periodi ordinari”.
Dal punto di vista bancario, “questa operazione, condotta grazie a un’importante sinergia banca-impresa e con il supporto di partner qualificati, rappresenta - aggiunge Adelmo Lelli, Responsabile Direzione Territoriale Tirrenica di Banco Bpm - da un lato, un segno tangibile della vicinanza di Banco Bpm alle eccellenze del territorio in una complessa congiuntura economica, e, dall’altro, è la conferma della nostra attenzione al comparto agroalimentare attraverso strumenti di finanza innovativi e taylor made adeguati a valorizzarne al meglio l’asset più rilevante che spesso è proprio il magazzino. Non in ultimo - conclude Lelli - ha un valore simbolico per il contributo che tale strumento potrà dare, anche in futuro, allo sviluppo di un’eccellenza italiana come il Brunello”.
Una case history, quella di Castiglion del Bosco, destinata a diventare un esempio per molti, non solo nel territorio del Brunello di Montalcino, ma per tutte le grandi denominazioni della Toscana e d’Italia. “Quello del “privilegio” è un ottimo strumento finanziario ed una grande opportunità per le nostre aziende”, commenta a WineNews Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello. “In questo senso, stiamo spronando altri istituti di credito, a partire dal Monte dei Paschi, con forme di credito diverse, ma che mettono comunque a garanzia il vino che abbiamo in cantina. Per il territorio del Brunello di Montalcino è un bel segnale, dimostra che stiamo lavorando nella direzione giusta, ed in tempi rapidi, per sostenere i nostri imprenditori in un momento di oggettiva difficoltà”, conclude il presidente Bindocci.

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