Non sarà di certo il primo caso, né tanto meno l’ultimo. Fa sempre però un certo effetto ritrovarsi davanti a quelle figure che, pur arrivando da attività e impegni professionali forieri di gratificazioni professionali riconosciute - in questo caso legate al mondo della moda - rimangono comunque folgorati su una loro personale via di Damasco: che nella fattispecie risponde al nome di Rocca Cigliè, piccolo centro delle Langhe monregalesi collocato tra Liguria e Piemonte. In sintesi, è quanto successo anche a Nicoletta Bocca agli inizi degli anni Novanta: oltretutto suggestionata dal papà Giorgio, che le ha saputo compiutamente trasmettere tutto il suo trasporto per il luogo. Un passaggio emozionale che l’ha portata a fare sempre di più e di meglio, e che ancor oggi la vede impegnata a trasmettere a chiunque la ascolti una passione davvero non comune, legata a una viticoltura attentissima all’ambiente e fra l’altro caratterizzata anche da qualche vigneto con alcuni anni sulle spalle: anche per questo, quindi, partecipe di vini dalla complessità non sempre così scontata nel Doglianese. Fra i suoi Dolcetto, menzione d’onore alle bottiglie di San Fereolo che Nicoletta commercializza dopo alcuni anni d’attesa, rispetto a quelle che escono secondo tempi più canonici. L’evoluzione in cantina, infatti, ha giovato anche al 2012: materico ma tipicissimo, dal finale serrato e fruttato.
(Fabio Turchetti)
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