Territorio di Lambruschi, questo, senza se e senza ma: ci riferiamo a Montecchio Emilia - ad esser precisi località Quarticello, per l’appunto - alle pendici dell’Appennino Reggiano. Dove dal 2001 Roberto Maestri ha iniziato ad occuparsi di viticoltura, arrivando poi a vinificare le proprie uve a partire dal 2007. Nel frattempo c’era anche scappata una laurea in Viticoltura ed Enologia: a questo punto decidere di non conferire più il frutto del proprio lavoro alla locale cantina sociale, per provare a fare qualcosa di più strettamente personale, è stato praticamente tutt’uno. Allora ecco questi cinque ettari autogestiti senza interventi chimici di sorta, anche in cantina: a ricordare le antiche pratiche colturali locali, debitamente aggiornate ai tempi, che caratterizzavano le produzioni d’un tempo nel pieno rispetto della natura, magari con tanto di fondo in bottiglia. In seguito, nel 2015, sarebbe poi arrivata l’ufficialità della certificazione biologica, fino ai giorni nostri dove l’azienda sposa appieno anche la filosofia biodinamica. Il vino cosiddetto “naturale”, insomma, a casa di Roberto s’è sempre bevuto: e, pur volendo prescindere dai suoi Lambruschi, questa Malvasia ne è un esempio emblematico. Dopo l’acciaio, e terminate la rifermentazione e la sosta in bottiglia, al naso si propone con fiori bianchi, agrumi e toni esotici, regalando al gusto fresca sapidità.
(Fabio Turchetti)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024