Ci ha lavorato molto la famiglia Antinori su questa tenuta maremmana, situata non lontano da Castiglione della Pescaia, 170 ettari a vigneto, corredandola di una cantina ipogea che utilizza la termoregolazione delle rocce presenti in profondità e costituita da una struttura di forma cilindrica disposta su tre livelli, per permettere alle varie operazioni di essere compiute esclusivamente per “caduta”: dal ricevimento delle uve, alla vinificazione, allo stoccaggio fino all’invecchiamento in barrique nel piano più profondo. I vigneti sono prevalentemente coltivati a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc con una piccola quota di Carménère per quanto riguarda le uve a bacca rossa, mentre i vitigni a bacca bianca comprendono Vermentino, Ansonica e Viognier. Oltre che nell’areale della Doc Maremma, Antinori top player assoluto, ricordiamolo, è l’unica azienda che possiede cantine in ogni denominazione toscana (manca solo San Gimignano): da Montalcino a Bolgheri, dalle colline fiorentine a quelle di Sovana, da Montepulciano al Chianti Classico, da Cortona alla recente acquisizione in Val di Cornia. Tornando all’etichetta protagonista del nostro assaggio, il Vivia 2018, blend di Ansonica, Vermentino e Viognier, affinato per tre mesi in acciaio, è bianco che profuma di pesca matura, cedro, con qualche rimando agli agrumi canditi. In bocca, il vino attacca morbido, per poi svilupparsi sapido e contrastato.
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