Ottenuto da un’annata tendenzialmente calda, anche se con buone escursioni termiche, il Brunello di Montalcino 2015 affina in legno medio e grande. Al naso, i profumi sono quelli della prugna e dei frutti di bosco maturi, con cenni di cedro, tabacco e spezie a fare da rifinitura. In bocca, il sorso possiede profilo tannico risolto, potente struttura e finezza acida. Quando Mastrojanni venne fondata, dall’avvocato Gabriele Mastrojanni che rilevò le tenute di San Pio e Loreto, nel 1975, Montalcino non era il borgo che conosciamo oggi e il Brunello doveva ancora diventare il rosso che “tira la volata” ai vini premium made in Italy. Eppure, l’azienda posta nella sottozona di Castelnuovo dell’Abate è riuscita a scrivere un bel pezzo di storia del Brunello, grazie ad una qualità delle proprie etichette riconosciuta da subito sopra la media e che ha trovato nei Brunello Schiena d’Asino e Loreto le sue indiscusse punte di diamante. Dal 2008 appartiene alla famiglia Illy, che ha lasciato intatto il fascino delle etichette di Mastrojanni, valorizzando questa bella realtà, oggi ben salda sui suoi 33 ettari a vigneto, che svettano tra i 180 e i 440 metri sul livello del mare, nel quadrante sud-est dell’areale, per una produzione complessiva di 110.000 bottiglie. Ecco allora dei Sangiovese austeri e scolpiti senza rinunciare a dolcezza e a sapore, con legno di varia grandezza dosato sempre con sobrietà.
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