Fedele al suo progetto enologico, che vede protagonista il Susumaniello, a rischio scomparsa negli anni ’90, di un lavoro di recupero e valorizzazione, cominciato nel 2000, Tenute Rubino non poteva mancare l’appuntamento con la declinazione più immediata di questa varietà, arrivata in terra pugliese probabilmente dalla Dalmazia. L’Oltremé è ottenuto dalle uve dei 20 ettari coltivati a Susumaniello che l’azienda alleva a Jadicco, nei pressi di Brindisi. La versione 2018, affinata in acciaio, possiede colore rosso rubino intenso con unghia violacea. Al naso, prevale un fruttato rigoglioso che sa di ciliegia, ribes e prugna matura. In bocca, il sorso è goloso, tendenzialmente croccante e saporito, dal finale persistente e ancora su toni fruttati. Tenute Rubino ha una storia trentennale, che coincide con la rinascita dell’enologia pugliese. Fu Tommaso Rubino, convinto delle potenzialità del Salento enoico ancora a metà degli anni ’80 del secolo scorso, a decidere di scommettere tutto sul vino. E dopo una lunga serie di acquisizioni, si ritrovò un’importante base produttiva, suddivisa su cinque tenute, che attualmente si estendono su 290 ettari coltivati a vigneto, per una produzione annua complessiva di 1.200.000 bottiglie. Il progetto si è trasformato in una solida realtà aziendale a partire dal 1999, quando suo figlio Luigi, insieme alla moglie Romina Leopardi, ha creato il marchio Tenute Rubino.
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