Poggio della Dogana nasce pochi anni fa dalla volontà dei tre amici Aldo, Paolo e Cristiano, e nasce in un luogo storicamente importante: il confine antico fra la Romagna Pontificia e il Granducato di Toscana, due regioni oggi simbolo del Sangiovese, che è esattamente l'obiettivo dei tre imprenditori. L'idea alla base del progetto è infatti quello di riuscire a dare finalmente il lustro meritato ad un uva che in quel preciso territorio esprime più dolcezza fruttata e immediatezza, rispetto al fratello toscano. Va in questo senso anche la recente acquisizione dell'azienda Castelluccio, che permette di unire ai 20 ettari di vigneti a conduzione biologica di Brisighella e Castrocaro, quelli di Modigliana (ulteriori 8 ettari). 40.000 sono le bottiglie prodotte (con un potenziale di 100.000), tutte incentrate sul Sangiovese, con l'eccezione di un Albana secco e un uvaggio bianco di Trebbiano e Sauvignon. Ma si coltivano anche ulivi e si produce miele. I Sangiovese prodotti da Poggio della Dogana attualmente sono 3: il Poggiogirato che affina in legno e I Quattro Bastioni e il Santa Reparata che invece vengono in contatto solo con l'acciaio. Dei due, entrambi freschissimi, scegliamo il Santa Reparata: floreale e agrumato, sa di piccoli frutti rossi, facendosi via via più profondo con cenni balsamici e salmastri. Il sorso conquista la bocca lentamente con buona aderenza, lasciandola profumata di ciliegia matura e leggermente amara.
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