Sembra decisamente consolidata la cifra stilistica dei vini prodotti da Pietroso, piccola ma dinamica realtà di Montalcino, che ha cominciato la sua avventura enologica con i primi imbottigliamenti in proprio negli anni Novanta del secolo scorso. Cinque gli ettari a vigneto, suddivisi in quattro vigneti distinti, Colombaiolo a sud, Fornello e Montosoli a nord e Pietroso, dove sorge anche la cantina ad ovest della collina di Montalcino, per una produzione di 30.000 bottiglie complessive. Non ci sono dubbi che si tratti di un’azienda squisitamente familiare, dove la conduzione passa esclusivamente per Gianni Pignattai, sua moglie Cecilia e i figli Andrea e Gloria. Più costruiti sulla finezza che sulla forza, rappresentano con buona continuità qualitativa un modo di interpretare il Rosso di Montalcino e il Brunello decisamente intrigante, offrendo tratti ormai già ben riconoscibili e che, in qualche misura, connotano un paradigma non comune a queste latitudini. Il Brunello 2016, figlio di un’annata importante, non tradisce le aspettative. Affinato classicamente in rovere da 30 ettolitri, propone profumi finemente fruttati di piccole bacche rosse, con tocchi di erba medica e leggeri lampi speziati. In bocca, il sorso è succoso e tonico, dai tannini fitti ma ben articolati che, insieme ad una bella verve acida, rafforzano uno sviluppo leggiadro e raffinato che chiude su una bella nota balsamica.
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