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SOSTENIBILITÀ DEL VINO

“Robert Parker Green Emblem”, i produttori italiani: “premio ad un percorso che non finisce mai”

A WineNews le riflessioni di Alberto Tasca (Tasca d’Almerita), Michele Manelli (Salcheto), Clemens Lageder (Alois Lageder)

Ovviamente soddisfatti ed orgogliosi, ma soprattutto consapevoli che se per loro è arrivato il riconoscimento alla sostenibilità, il “Robert Parker Green Emblem” creato dal “Robert Parker Wine Advocate”, non è tanto per i risultati fin qui raggiunti, che sono comunque notevoli, quanto per un percorso che, per sua natura, non ha una fine, ma è in costante evoluzione, e spinge ad una costante analisi e al miglioramento quotidiano per raggiungere il massimo possibile nella sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Un sentiment che accomuna Alberto Tasca, alla guida della siciliana Tasca d’Almerita, Michele Manelli, proprietario di Salcheto, a Montepulciano in Toscana, e Clemens Lageder, ceo della tenuta altoatesina Alois Lageder, primi italiani in una lista di 24 cantine da tutto il mondo, insieme a Cullen Wines ed Henschke dall’Australia, a Weingut Ernst Triebaumer dall’Austria, a Champagne Larmandier-Bernier, Gerard Bertrand, Domaine Leroy & Domaine d’Auvenay, Domaine Bruno Lorenzon, Château Pontet-Canet, Louis Roederer, Felix et Gabin Richoux e Domaine Valentin Zusslin dalla francia, Weingut Odinstal dalla Germania, Millton Vineyards & Winery dalla Nuova Zelanda, Reyneke e Sadie Family Wines dal Sudafrica, Descendientes de J. Palacios dalla Spagna e The Eyrie Vineyards, Horsepower Vineyards, Littorai Wines, Ridge Vineyards Spottswoode Estate dagli Usa.
“È un premio che mi emoziona, e che è l’ennesimo in questo senso non solo per noi come azienda, ma per la Sicilia del vino. Segnali che dicono che la strada è quella giusta. Poi è chiaro che nessuno potrà mai essere sostenibile, ad impatto 0 al 100%, ma un obiettivo a cui tendere - commenta, a WineNews, Alberto Tasca (Tasca d’Almerita) - per un miglioramento continuo, a 360 gradi di quello che facciamo in ogni ambito. Non solo in vigna o in cantina: per fare un esempio, abbiamo eliminato la plastica monouso da tutte le fasi aziendali, anche dove si fa solo ospitalità. Però dico che è bello nella vita sentirsi pionieri di qualcosa, e un po’ lo siamo stati. Ci siamo tuffati in questo percorso di sostenibilità quando ancora se ne parlava poco, lavorando con istituti di ricerca, con il Ministero dell’Ambiente per la certificazione Viva, e oggi è bello vedere che questo approccio al tema della sostenibilità non è più timido o di qualche singolo, ma di un intero settore”.
“Vuol dire che, in questi 20 anni, qualcosa abbiamo fatto, è un riconoscimento importante ed anche inaspettato - racconta, da Montepulciano, il territorio perla del Rinascimento, in Toscana, Michele Manelli, che, con Salcheto, ha creato la prima cantina off-grid d’Europa, ed aperto la strada su temi come quello della carbon footprint e della water footprint - e penso che la cosa più importante, e premiante, è che ci siamo assunti una responsabilità nei confronti della società e del pianeta. Siamo una comunità che interagisce con l’ambiente, e come uno deve essere un buon cittadino nel suo privato, ragionando su quanto impatta sull’ambiente e nel territorio in cui vive e lavora, lo stesso facciamo come azienda, in ogni ambito. E quando continui ad interrogarti costantemente su questi temi, e continui a cercare di migliorare sempre, inneschi dei meccanismi virtuosi, e questa è la cosa più importante”.
“È un riconoscimento che arriva di sorpresa e ci gratifica, e penso che sia più al percorso che abbiamo iniziato e che stiamo facendo più che ai risultati raggiunti, perchè non siamo ancora dove vogliamo”, commenta, dall’Alto Adige, Clemens Lageder, alla guida di Alois Lageder, cantina pioniera in Italia del metodo biodinamico. “Quello per un’agricoltura davvero pulita è un percorso lungo, noi lo abbiamo iniziato diversi anni fa, ed un obiettivo che abbiamo fissato, per esempio, è che, nel 2024, siano certificati bio tutti gli oltre 80 conferitori, con cui lavoriamo. Ci vuole tempo per raggiungerlo e convincerli a seguire uno stesso percorso. Però ci fa piacere che una testata come “Robert Parker Wine Advocate” abbia scelto di premiare anche noi, ci conferma che stiamo percorrendo una strada virtuosa”.

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