Ci sono poche zone in Italia (ma anche nel mondo) che producono rosati per tradizione. La costa del Lago di Garda è una di queste, sia sulla sponda occidentale (il territorio lombardo della Valtènesi) sia su quella orientale, nella provincia veneta di Verona. Sulle colline moreniche che si sono formate fra il lago e le Alpi, si insediarono i romani, i quali importarono la tradizione del vino torchiato che non precedeva macerazione sulla buccia, ma solo il breve contatto necessario a spremere il mosto per fermentarlo in vino. È da qui che trae origine il vino rosa di queste zone (oltretutto lo stesso metodo di produzione dei rosati provenzali, sempre importato dagl'inarrestabili romani). Legata a questi luoghi, c'è la storia della cantina Zeni, iniziata alla fine del 1800 e via via ampliatasi in grandezza e selezione, dandole oggi la capacità di produrre etichette anche in Valpolicella, Lugana e Soave. La sede storica resta però saldamente legata a Bardolino e al suo Chiaretto di cui producono diverse versioni, fra cui un'interpretazione in Anfora, apprezzata nel home-kit di degustazione inviata dal Consorzio di Tutela del Chiaretto e Bardolino per l'Anteprima Edizione 2021. Naso appuntito e vegetale dai richiami dolci, sa di erba fresca e camomilla, melograno ed uva spina, cedro e un tocco di anice, per un sorso sia morbido che sapido, largo a mezza bocca e lungo di frutta candita e rimandi mentolati.
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