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IL FUTURO DELLA FILIERA

Vino e sostenibilità: per definire uno standard globale nasce la “Sustainable Wine Roundtable”

L’italiana Equalitas tra i 46 soci fondatori (grandi e piccoli produttori, distributori, rivenditori, organizzazioni ambientaliste e non solo)
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Nasce la “Sustainable Wine Roundtable” (ph: Concha y Toro)

Mentre l’Italia ancora aspetta la legge definitiva sullo standard unico delle certificazione della sostenibilità del vino (da settimane annunciato come imminente ma ancora in sospeso), il mondo si muove in una direzione chiara ed immutabile. In un percorso ancora lungo, ma lungo il quale nasce la “Sustainable Wine Roundtable”, una coalizione unica composta da grandi e piccoli produttori, distributori, rivenditori, organizzazioni ambientaliste e altre ancora, di tutto il mondo, unite dal desiderio di rendere il settore vitivinicolo leader nella sostenibilità. E, tra i soci fondatori, c’è anche l’italiana Equalitas, la società controllata da Federdoc e detentrice dello standard (che, in buona parte, sarà l’ossatura del nuovo standard nazionale italiano in arrivo, ndr). Obiettivo principale della coalizione Swr, spiega una nota, è di arrivare a definire uno standard globale per il settore vitivinicolo. La “Sustainable Wine Roundtable”, infatti, “rappresenta un tavolo di lavoro internazionale, indipendente, senza scopo di lucro e che coinvolge i principali stakeholder del settore, al fine di supportare la comunità dei produttori nella creazione di un mercato in cui il vino di alta qualità venga prodotto, scambiato e consumato in modi che conservino e rigenerino gli ecosistemi, proteggano i diritti umani, favoriscano l’uguaglianza e l’inclusione e generino prosperità, orgoglio e passione per l’eccellenza”.
Per Riccardo Ricci Curbastro, presidente Equalitas e Federdoc, questa iniziativa è “necessaria per evitare duplicazioni nelle certificazioni internazionali per le aziende vinicole. Questo è stato uno degli obiettivi di Equalitas sin dalla nascita del progetto e la partnership con Swr va nella giusta direzione. Dopo i nostri sforzi a livello nazionale, vogliamo offrire il nostro contributo per favorire una maggiore armonizzazione dei protocolli di sostenibilità su scala internazionale, semplificando gli oneri amministrativi delle nostre imprese esportatrici”. Oltre ad Equalitas, gli altri soci fondatori della “Sustainable Wine Roundtable”, sono realtà come Ahold Delhaize, Alko, Alliance Wine, Amorim Cork, Blb Vignobles, British Glass, Bsi, Catena Institute of Wine, Château Léoube, Cloudy Bay, Concha y Toro, Diversity in Food & Beverage, Domaine Bousquet, Dr Loosen, Enotria & Coe, Equalitas, Famille Perrin, Fish Friendly Farming, Food Alliance, Grupo Avinea, Hochschule Geisenheim University, International Wineries for Climate Action, JancisRobinson.com, Journey’s & Vineyards, Napa Green, New York Wine & Grape Foundation, North South Vini, Preferiti dalla Natura, Ramón Bilbao, Gruppo Schenk, Ste. Michelle Wine Estates, Rete per l’agricoltura sostenibile, Sustainable Winegrowing Australia, Sustainable Winegrowing Columbia Britannica, Systembolaget, The Co-op Uk, The Fairtrade Foundation, The Porto Protocol, The Wine Society, Treasury Wine Estates, Vingruppen, Vintage Wine Estates, Waitrose & Partners , Whole Foods Market, Wines of South Africa e Wwf South Africa.
D’altronde, la necessità di un cambio di passo nella direzione della sostenibilità di tutte le filiere produttive, di cui quella del vino vuole essere motore, è evidente, a partire dall’aspetto del climate change. Su cui occorre intervenire subito, perchè dalla siccità alle inondazioni, dall’aumento delle temperature e degli incendi fino alle pressioni sociali sui diritti e la diversità dei lavoratori, l’industria del vino, come quelle di altri settori, “presenta significativi problemi nel garantire la resilienza, tenere il passo con le richieste dei clienti e contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati dalle Nazioni Unite”.
E così, basandosi sui numerosi standard di sostenibilità per il vino adottati dai singoli Paesi (come Equalitas, che unisce in un unico strumento la dimensione ambientale, socioeconomica ed alcuni fondamentali valori etici, come il rispetto delle pari opportunità di genere e il rifiuto di ogni discriminazione), la “Sustainable Wine Roundtable” svilupperà uno “standard di riferimento globale che chiarirà la posizione della comunità del vino relativamente alla definizione di sostenibilità e su come essa possa essere implementata e misurata. Ciò fornirà una guida chiara e credibile su come avviare le aziende vitivinicole in un percorso di crescente sostenibilità, oltre ad aiutare produttori e consumatori a orientarsi tra i vari marchi e dichiarazioni di qualità ecologica. La Sustainable Wine Roundtable - spiega ancora la nuova organizzazione - riunirà diversi gruppi di lavoro per mettere a punto best practices e strumenti operativi che contribuiscono ad ottenere una crescente sostenibilità delle produzioni, aumentarne la consapevolezza collettiva, collegare i protagonisti della filiera e sostenere la comunità del vino come una forza unitaria che agisce per il bene globale”.
Che passa anche dalla sostenibilità del lavoro, come testimoniato anche dalla stessa ricerca di Equalitas e Luci sul Lavoro, presentata nei giorni scorsi a Montepulciano, terra del Vino Nobile, nella seconda edizione della “Conferenza sullo sviluppo sostenibile del lavoro nella filiera vitivinicola”. Uno studio dal quale è emerso un quadro con qualche ombra ma, fortunatamente, molte luci; la fotografia di un settore attento al tema al punto di dotarsi di fondamentali strumenti di controllo e di tutela, primo tra tutti la certificazione Equalitas.
“Essere certificati Equalitas assume un significato sempre più rilevante sotto molti aspetti - ha spiegato Michele Manelli, produttore con la cantina Salcheto a Montepulciano, nella perla del Rinascimento di Toscana, tra i primi ad ottenere la certificazione e tra i principali autori dello studio - significa sviluppare l’impresa attorno ai più elevati schemi internazionali, come i criteri Esg (Environmental, Social & Governance), un’ottica che sappiamo stimola le aziende ad un crescita organizzativa ed al contempo valoriale. Seguire gli indicatori sociali Eqaulitas significa ad esempio perseguire la compartecipazione dei lavoratori all’impresa, oppure promuovere l’inserimento di donne e giovani nei ruoli chiave financo a perseguire le stesse migliori tutele delle condizioni di lavoro anche nei subappalti e lungo le filiere, solida garanzia per far fronte al triste fenomeno del caporalato”.
L’indagine presentata, che ha coinvolto oltre il 20% delle aziende del comparto e che si è svolta nel periodo primavera-estate 2021, ha avuto anche il merito di illustrare il sentiment delle aziende della filiera in questa fase delicata, segnata dall’emergenza pandemica. La sensazione evidenziata è quella di un cauto ma diffuso ottimismo supportato dai numeri che, a fronte di perdite talvolta in doppia cifra dei fatturati, mostrano un settore che ha tutelato anche l’occupazione stagionale, con solo il 3% di contrazione di occupati ma che soprattutto crede nella ripresa, con il 70% degli intervistati che prevede una crescita già per il 2021 nell’ordine del 20%. Ma è stata anche l’occasione per individuare ambiti su cui la filiera necessiterà di maggiore supporto da parte di tutte le istituzioni, per colmare un apparente gap culturale ed informativo, come quelli delle politiche di welfare e della parità di genere. Un messaggio molto importante nell’ottica delle prossime campagne di finanziamento pubblico in seno alla Pac ma anche all’imminente Pnrr, colto con interesse dai rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura e dell’Inps presenti ai lavori. “Gli indicatori sociali che abbiamo contribuito a mettere a terra, in tutti i sensi, con Equalitas, in questi anni - ha detto ancora Riccardo Ricci Curbastro - rappresentano ormai un riferimento internazionale, come ci viene riconosciuto da buyers come i grandi monopoli ma anche da enti come Oxfam o Amfori. Il prossimo step? Convincere le aziende a utilizzare questo quid plus attraverso una comunicazione mirata, strumento necessario per arrivare al cuore degli stakeholder e dei consumatori”.

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