Maturato in legno grande e tonneau per 24 mesi, il Barolo Brunate 2016 possiede naso dal tocco fruttato che sa di ciliegia e fragola, con cenni di viola, liquirizia e noce moscata ad aggiungersi con la permanenza nel bicchiere. In bocca, il sorso è ampio e profondo, i tannini ben scanditi e il finale persistente ancora sul frutto e con nota balsamica di rifinitura. A partire dagli anni Trenta e passando da Riccardo a Bruno e Marcello, che ha acquistato i vigneti e ha iniziato l’imbottigliamento dei singoli Cru, per arrivare ad Alessandro, che, a partire dalla certificazione biologica (datata 2010), sta guardando ad un più stretto rapporto con l’ambiente, la famiglia Ceretto è una delle dinastie di riferimento del Piemonte enoico ed oggi possiede 130 ettari a vigneto tra Langhe e Roero, da cui ricava in media 900.000 bottiglie. Una produzione incentrata saldamente sulle Docg principali della Regione, Barolo (11 ettari suddivisi tra i Cru Cannubi San Lorenzo, Bricco Rocche, Brunate, Prapò) e Barbaresco (8 ettari con i Cru Asili e Bernadot). Quattro sono le cantine: Bricco Rocche nel Comune di Castiglione Falletto, Bricco Asili a Barbaresco, Monsordo a Bernardina d’Alba, Vignaioli di Santo Stefano, a Santo Stefano Belbo. I vini, di esecuzione impeccabile, contano su una definita cifra stilistica e sono ottenuti con pratiche enologiche poco invasive, affinandosi sia in legno grande che piccolo.
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