Uscito per la prima volta con l’annata 1997 il Chianti Classico Castello di Brolio ha storicamente rappresentato il blend delle migliori uve di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot dei vigneti aziendali, che costituiscono la Barone Ricasoli. Con l’annata 2010 il passaggio alla tipologia “Gran Selezione”, in cui la cantina, guidata da Francesco Ricasoli, ha creduto fin da subito. Ancora oggi quel vino, quasi sperimentale, è in bella forma, alternando al naso frutti rossi, spezie e tocchi affumicati, ad anticipare uno sviluppo gustativo solido e raffinato, dal sorso vivace e dal tannino ancora giovane. Il Castello di Brolio poi, ha bisogno di poche presentazioni. Ci sono tutti gli ingredienti: storia, blasone, famiglia e in più il fatto che qui è stato inventato il vino più famoso di Toscana. Oggi è una delle aziende chiantigiane dal patrimonio in vigneti tra i più estesi della denominazione, 235 ettari, da cui ha selezionato un proprio clone di Sangiovese, che porta il nome “Brolio”, e, in qualche misura, “comprende” l’intero assetto pedo-climatico del Gallo Nero, estendendosi nei tratti più vocati del suo areale. Produce 2.500.000 di bottiglie, e grazie ad una zonazione aziendale avviata nel 2008, ha posto all’apice del suo portafoglio etichette decisamente importanti (i Cru “Colledilà”, “Roncicone” e “CeniPrimo”) capaci di indirizzare verso la modernità perfino tutto un territorio.
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