Il Torcolato - con il bordolese Fratta - ha identificato Maculan e ne ha caratterizzato la storia. Fausto Maculan, pioniere dell’enologia italiana con un occhio all’esperienza francese e l’altro attento sul territorio di Breganze, ha dato una nuova interpretazione al passito tradizionale da uve Vespaiola, facendone un nettare in cui la dolcezza di miele e albicocca sono bilanciate da una freschezza che invita al sorso successivo. Il Torcolato Maculan, prima annata 1977, ha ‘traghettato’ il passito fuori dalla stucchevolezza, facendo la storia del vino dolce italiano grazie anche alla presenza dagli anni 80 nelle carte di ristoranti di eccellenza come Gualtiero Marchesi e Pinchiorri. I grappoli più sani e più spargoli di uva Vespaiola “intorcolati” - cioè attorcigliati - allo spago e appesi al soffitto del fruttaio appassiscono per quattro mesi per essere torchiati in gennaio con rese molto basse. L’appassimento riduce le differenze tra annate e, al contrario, le marca per quanto accade nell’acino e sulla sua buccia. “Nel 2013 – raccontano Angela e Maria Vittoria Maculan, che da anni affiancano Fausto in azienda - la presenza di un poco di muffa nobile sulle uve destinate a Torcolato ha aumentato ulteriormente la concentrazione di composti aromatici fruttati, floreali e tostati”. Il 2013 ha davanti ancora molti anni: a dimostrarlo un recente assaggio - entusiasmante - della 1983 e della 1994.
(Clementina Palese)
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