Figlio diretto del Sassoalloro, un vino che ha alle spalle una storia di successo a trenta anni dalla sua prima vendemmia, il Sassoalloro Oro del Castello di Montepò - l’azienda maremmana della famiglia Biondi Santi - alza ulteriormente l’asticella della qualità. La versione 2019 è ottenuta a partire dalle uve prodotte dal vigneto dell’“Aia di Clemente”, uno dei più vocati della Tenuta, con ceppi di età superiore ai 15 anni, gestiti in aridocoltura (come avviene per tutti i vigneti aziendali), tanto da meritare una lettura specifica e un progetto produttivo distinto e coordinato dall’enologo Donato Lanati. Sangiovese in purezza affinato in legni di media grandezza e barrique per 16 mesi, possiede un bagaglio aromatico che mette in luce note di ciliegia e viola prima di lasciare spazio a tocchi boisé e speziati. Il sorso è sapido, i tannini sono di grana fine, mentre il finale è largo e persistente. La Tenuta di Montepò, dominata dal castello di epoca trecentesca, conta su 50 ettari dedicati alla coltivazione della vite. Si tratta della proprietà di Jacopo Biondi Santi che l’ha acquistata all’inizio del Nuovo Millennio. A caratterizzare in modo del tutto particolare questo progetto enologico è il Sangiovese BBS11, clone omologato e di proprietà esclusiva della famiglia Biondi Santi, che occupa il 70% dei suoli vitati dell’azienda, mentre nel restante 30% si coltivano Cabernet Sauvignon e Merlot.
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