A sentir parlare Niccolò Marzichi delle tenute di famiglia di Bibbona, ci si innamora per osmosi: una cascata di parole coinvolte descrivono questo territorio - meno noto rispetto al blasonato Bolgheri confinante - citandone i colori (la cui armonia solo l'occhio nudo riesce a percepire), i boschi e il mare (che portano influenze benefiche ancora solo in parte conosciute), l'inverno (sottovalutato, eppure così pieno di profumi e atmosfera). Tanto entusiasmo lo hanno portato a trasferirsi lì con la famiglia italo-francese, a condurre l'azienda che ha unito 3 fratelli di una delle famiglie del vino italiano più note al mondo: gli Antinori. Oggi le tenute di Biserno e Campo di Sasso non hanno bisogno di presentazioni e hanno collezionato conferme su conferme rispetto alle 5 etichette prodotte. Ma nel 2005, quando ancora nessuno ne era a conoscenza, Niccolò passò molto tempo all'estero a far scoprire e capire l'idea di sua madre Ilaria e i suoi due zii, Lodovico e Piero. L'Insoglio del Cinghiale gli rese la vita facile: lo stile piaceva, risultava simpatico e versatile, ed “è cresciuto senza bisogno di spinte”. L'annata 2020 ha permesso un lungo periodo vegetativo alle piante, creando vini più distesi e donando al Syrah una carnosità insolita, che nel bicchiere si ritrova tutta: pepe e violetta e la dolcezza del melograno invogliano ad assaggiare questo rosso morbido e saporito, dal tannino levigato e dal finale succoso.
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