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LA STORICA COLLEZIONE

Vino & arte, la tradizione continua con Château Mouton Rothschild e l’etichetta di Olafur Eliasson

L’artista danese-islandese firma l’opera “Solar Iris of Mouton” per l’annata 2019. Prima di lui, Picasso, Miró, Chagall, Kandinsky, Warhol, Dalí …

L’incontro secolare tra il vino & l’arte, capace di ispirare gli artisti di ogni epoca, continua nel solco della tradizione della più ricca e prestigiosa collezione di opere d’arte in etichetta che comprende i nomi più famosi dell’arte contemporanea: quella voluta da Château Mouton Rothschild, che svela la nuova ed iconica etichetta d’autore per il suo Château Mouton Rothschild 2019 firmata dall’artista danese-islandese Olafur Eliasson che ha creato l’opera d’arte originale “Solar Iris of Mouton”, che tra natura, arte e scienza, celebra l’“alleanza” tra il sole ed il vino ed il suo rapporto con l’ambiente, attraverso un “ritratto astratto” dello Château a Pauillac, tra i vigneti di Bordeaux.
L’opera di Eliasson per l’annata 2019 di Château Mouton Rothschild si divide in due fasce orizzontali: la parte superiore rappresenta il giorno con le sue sfumature dorate, la parte inferiore il blu della notte. Al centro, un oculo che lascia intravedere il vino dentro la bottiglia rappresenta Château Mouton Rothschild, circondato da una serie di ellissi che formano un anello che traccia il percorso del sole in relazione alla terra ed alla posizione dello Château a Pauillac. Nella parte superiore, analemmi indicano invece la posizione del sole registrata da Château Mouton Rothschild alla stessa ora in ogni giorno dell’anno. Il movimento della terra e lo scorrere del tempo diventano così visibili nella forma stessa dell’analemma, che, ricordando un 8, evoca anche il simbolo dell’infinito come una promessa di eternità per Mouton Rothschild 2019. “Solar Iris of Mouton” è “una mappa di tutti i tramonti e le albe che si verificano nell’arco di un anno a Château Mouton Rothschild - spiega Eliasson - raffigurante ogni ora diurna e notturna che passa per la coltivazione dell’uva, e che racconta le condizioni in cui l’uva è maturata e l’intimo rapporto tra il vino e il suo territorio. Degustare un vino ci riporta al suo ambiente, al suolo, al clima ed alle stagioni del suo territorio. “Contiene” il sole, la terra e il cielo: è “locale” e, contemporaneamente, reca traccia del celeste”. La sua arte, sottolinea Julien de Beaumarchais de Rothschild, co-proprietario di Château Mouton Rothschild, “si concentra sull’essenziale ed è quello che è riuscito a catturare per Mouton Rothschild”.
La pionieristica collezione di opere d’arte in etichetta dello Château, Premier Cru mito di Bordeaux e dalla metà dell’Ottocento di proprietà della famiglia Rothschild, ha inizio nel 1924 con il cartellonista Jean Carlu, ma è dal 1945 che il Barone Philippe de Rothschild ne fece una tradizione che sarebbe diventata il segno distintivo di Mouton Rothschild con la leggendaria Baronessa Philippine de Rothschild. Etichetta dopo etichetta, il prestigioso Château ha invitato a realizzarle gli artisti più celebri del loro tempo, tra cui Joan Miró, Marc Chagall, Georges Braque, Pablo Picasso, Wassily Kandinsky, Andy Warhol, Antoni Tàpies, Francis Bacon, Salvador Dalí, Jean Cocteau, Balthus, Keith Haring, Matta, Georg Baselitz, Paul Delvaux, Pierre Alechinsky, Jeff Koons, David Hockney, Anish Kapoor, Lucian Freud, Niki de Saint Phalle l’italiano Giuseppe Penone e persino il Principe Carlo. Ognuno di loro ha avuto piena libertà di espressione, anche se alcuni temi, come la vite, il piacere di un grande vino e l’ariete, emblema dei Mouton Rothschild, si sono rivelati una fonte di ispirazione particolarmente ricca. E molti di questi illustri artisti hanno trascorso del tempo a Château Mouton Rothschild, dove oggi sono esposte le loro opere d’arte originali.

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