Ad animare questo progetto enologico maremmano, nato nel 1997 nell’areale di Suvereto e oggi assestato su 13 ettari a vigneto, coltivati a biodinamico, per 130.000 bottiglie di produzione complessiva, c’è Stefano Casadei che, insieme alla moglie Anna Baj Macario, è protagonista anche al Castello del Trebbio, cantina chiantigiana della Rufina, e nell’azienda sarda Olianas, acquisita nel 2000. Ma non solo. Stefano Casadei è sul ponte di comando anche di Tecnovite società di impiantistica e gestione per il settore vitivinicolo. Nella tenuta maremmana, in sinergia con la famiglia Cline - imprenditori viticoli di Sonoma Valley, che sono entrati nella sua compagine societaria - si coltivano vitigni internazionali: dal Cabernet Franc al Petit Verdot, dal Grenache al Syrah, dal Mourvèdre al Cabernet Sauvignon, dal Sauvignon al Semillon, e in cantina si applicano tecniche moderne, come l’uso del cemento e delle barrique, con qualche incursione in metodologie un po’ più “modaiole”, come l’utilizzo di vasi in terra cotta interrati per le vinificazioni. È ottenuto proprio in questo modo (fermentando spontaneamente e maturando poi in barrique per 18 mesi) il Filare 18 2017, dall’impatto aromatico intenso di piccoli frutti rossi maturi, peperone e macchia mediterranea, con note balsamiche a rifinitura. In bocca, il sorso è denso ma calibrato, succoso e reattivo, dal finale ancora balsamico.
(are)
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