Che voglia di primavera e di calici all’aperto! Si inizia a sentire e forte l’esigenza di stare più fuori che dentro, su un prato, a bordo piscina, in riva al mare. E possibilmente con un calice di bollicine accanto. Tra le proposte autoctone, il Lugana mi sembra tra quelle più congeniali: perché sa di fiori e frutti gialli e ha una bella componente salina, nonché l’acidità di un’uva come la Turbiana. Questa fa parte della variegata famiglia dei Trebbiani, molto diffusi anche nel centro Italia e presenta alcune similitudini con il Verdicchio. La versione spumante dell’azienda veneta Zenato non fa eccezione, anzi. Non vi è passaggio in legno, quindi il vino, pur avendo trascorso 24 mesi sui lieviti, garantisce l’integrità dei profumi primari come mela verde, pesca e agrumi. Le viti di questa varietà, che hanno circa 40 anni d’età, crescono con il sistema del guyot, a un’altezza compresa fra i 70 e gli 80 metri sul livello del mare. Un omaggio allo spirito primaverile del Lago di Garda dove il Trebbiano di Lugana si esprime al meglio. Un’uva che i Zenato conoscono bene e a cui dedicano una parte della gamma di vini fermi, ma questo Metodo Classico ingrana una marcia in più grazie allo spirito effervescente e una beva fresca e scorrevole. Il caratteristico profumo di lieviti c’è ma è ben bilanciato dalla nota fresca di questa etichetta che è senza dubbio la traccia che lo caratterizza al meglio.
(Francesca Ciancio)
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