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LA CURIOSITÀ

La sostenibilità del vino passa anche dalla bottiglia: crescono le sperimentazioni sulla plastica Pe

Dopo Naked Wines e Accolade Wines, anche Château Galoupet (Lvmh) sperimenta la bottiglia 100% riciclata e piatta di Packmama

La sostenibilità è un mantra, l’innovazione una scelta. A mettere insieme le due cose, stavolta sul fronte delle bottiglie del vino, è Château Galoupet, Cru Classé de Provence con 69 ettari di vigneti affacciati sulla Costa Azzura, fondato nel 1792 e dal 2019 sotto l’egida del colosso del lusso Lvmh, che ha lanciato il suo rosè Nomade in una nuova bottiglia piatta e realizzata in plastica Pet riciclata al 100%, prodotta da Packmama, che ha già collaborato con realtà importanti come Naked Wine o Accolade Wines per alcune linee di vini. Una bottiglia che, oltre a risparmiare molto spazio, pesa appena 63 grammi e, spiega Chateau Galoupet, pesa dieci volte di meno di una bottiglia standard di quelle che vengono utilizzate per i rosè di Provenza.
Una sperimentazione, quella di Chateau Galoupet, in perfetta linee con la filosofia e la vocazione dell’azienda, vocata alla sostenibilità e all’ambientalismo. I suoi vigneti ed i 77 ettari di bosco, sono abitati da oltre 90 specie di animali come pipistrelli e la tartaruga di Hermann, e da piante come pino cembro, quercia da sughero e camomilla rara. Un ecosistema quasi intatto da quando compare per la prima volta su una mappa della Francia commissionata nel Settecento da Luigi XIV. Ma non solo: dopo aver integrato nella tenuta 200 alveari con l’Ofa (Observatoire Francais d’Apidologie), lo Chateau Galoupet diventerà anche una delle sole 12 stazioni di fecondazione delle api regine al mondo. Merito della varietà di ecosistemi che la circonda e che assicura le condizioni ottimali per la salute e la crescita delle api. La tenuta è stata oggetto di studio da parte di una nutrita comunità di storici, geologi e agronomi che hanno analizzato la composizione del suolo, dell’acqua e il movimento dei venti, oltre a catalogare tutte le specie animali presenti che ne fanno un vero e proprio santuario della biodiversità.
Certificata bio entro il 2023 (ma i primi rosé usciranno a maggio), Château Galoupet, dunque, è un santuario di biodiversità, con vitigni autoctoni come Cinsault, Grenache, Rolle, Semillon, Syrah e il raro Tibouren, e in quanto Cru Classé de Provence è proprietaria al 100% delle sue uve e questo consente una gestione con pratiche di cantina sostenibili in ogni fase della produzione. “L’equilibrio ambientale è la nostra priorità assoluta. E la nostra missione è restituire alla natura più di quanto prendiamo, facendo dello Château un faro della sostenibilità per Moët Hennessy”, dice Jessica Julmy, giovane managing director della tenuta entrata nel portafoglio della griffe.
Che dunque, sperimenta anche nel campo del packaging. Che, negli anni, va detto, ha visto affacciarsi sul mercato, senza però scalzare il vetro, bottiglie in legno, e addirittura in carta, come quella lanciata nel 2020 dalla realtà inglese Frugalpac: tutta in carta riciclata e ricoperta da una mircopellicola di plastica, anch’essa riciclabile, del peso di appena 83 grammi, adottata in Italia da Cantina Goccia, in Umbria, di proprietà di Ceri Parke.

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