La tutela delle api, fondamentali sentinelle dell’ambiente e determinanti per l’agricoltura e, quindi, per la produzione di cibo o, più semplicemente, per la vita umana, per alcuni è tema “storico”, e di fondamentale importanza. Per molti, sulla scorta di una rinnovata e virtuosa coscienza ambientale ed ecologica, ma anche di fenomeni che oscillano sul labile confine tra la comunicazione ed il “green washing”, è tema più recente. Ma, come si dice, va tutto bene pur chè se ne parli, vista l’importanza del tema, che vede al centro la valorizzazione e la tutela di un minuscolo insetto, l’ape, da cui dipende quasi tutto il lavoro di impollinazione, e la cui esistenza è, però, sempre più fragile a causa dell’inquinamento e di pratiche agricole non sempre virtuose. Fatto sta che, per la “Giornata Mondiale delle Api”, che l’Onu ha istituito dal 2018, e che si celebra il 20 maggio, si moltiplicano le iniziative ed i progetti dedicati alle api.
“Quella del 2022 - sottolinea il presidente della Fai - Federazione Apicoltori Italiani (Confagricoltura), Raffaele Cirone - sarà per noi la “Giornata Mondiale dell’Ape per un’Agricoltura più produttiva e sostenibile”: è la funzione di impollinatore (ben oltre il 90% di tutti gli altri insetti utili presenti nei nostri ecosistemi), che rende questo insetto (Apis mellifera Ligustica-Spinola, 1806), originario della nostra Penisola e ormai diffuso in tutti i Continenti, un prezioso alleato dell’uomo”. Sinergia grazie alla quale l’apicoltura si consolida come fondamentale fattore di produttività dell’agricoltura: la presenza di alveari sul territorio, genera in Italia ben 2 miliardi di euro di valore della produzione agro-alimentare, cui si deve aggiungere il valore dell’apporto ecosistemico che le api garantiscono con il servizio di impollinazione alla biodiversità, stimato in 150 miliardi di euro. Nonostante le numerose criticità cui il settore va spesso incontro, l’Italia garantisce l’incremento costante del patrimonio apistico nazionale. I numeri parlano da soli: l’ultimo censimento 2021 ha sfiorato la ragguardevole quota di 2 milioni di famiglie di api, oltre 70.000 allevatori ufficialmente dichiarati, di cui 50.000 per autoconsumo e 20.000 imprenditori agricoli sebbene ‘senza terra’. Un capitale naturale, composto da oltre 100 miliardi di api il cui valore è stimato in ben 500 milioni di euro, di gran lunga superiore alla produzione lorda vendibile dell’intero comparto. Numeri che collocano l’Italia ai vertici delle statistiche dell’Unione Europea a 27 Stati membri e che non sfuggono all’attenzione del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli e del Sottosegretario all’Agricoltura, con delega all’apicoltura, Gian Marco Centinaio, con i quali la Fai - Federazione Apicoltori Italiani (Confagricoltura) ha un canale sempre aperto di confronto e costruttiva collaborazione.
Intanto, domani a Roma, “scendono in campo gli apicoltori italiani, con tute, guanti ed attrezzi di lavoro, impegnati in prima linea nelle diverse regioni per difendere questo insetto che svolge un ruolo insostituibile per l’ambiente e per l’uomo”, sottolinea la Coldiretti, che presenterà il report su “Le api in Italia tra economia, ambiente e salute”, con dati ed analisi sull’impatto dei cambiamenti climatici, della pandemia e della guerra sui consumi delle famiglie italiane. L’iniziativa è delle donne e dei giovani Coldiretti con appuntamento per domani venerdì 20 maggio, a partire dalle ore 9, nel Mercato di Campagna Amica (Via Tiburtina), a Roma, dove si potrà “vivere una giornata da ape”, dall’organizzazione del lavoro nelle arnie alla smielatura, ma anche provare i cyber alveari assieme al Crea e scoprire le curiosità del salone dei mieli d’Italia ed i primi sommelier del miele per svelare i segreti di un alimento unico. Ma ci saranno anche i tanti esempi di prodotti innovativi naturali nati grazie all’attività delle api, con applicazioni nell’ambito di diversi settori, dallo sport alla moda.
Anche il mondo del vino non sta a guardare, e se tanti vigneti sono da tempo diventati “casa” delle api, da quelli di Castello Banfi, a Montalcino, ai filari di Castello di Spessa, in Friuli Venezia Giulia, a quelli di Berlucchi, in Franciacorta, per fare solo degli esempi tra i tanti possibili, passando per quelli della Cantina Montelliana e dei Colli Asolani, dove trova dimora il progetto “Api in Vigna” dell’apicoltore Francesco Bortot, con Unapi, Fai e Confagricoltura, già raccontato in questo video, domani 300.000 api saranno liberate a Vittorio Veneto, tra le Colline del Prosecco, in un vigneto di proprietà della cantina Bottega.
Ma come detto, per le api, che negli anni hanno trovato dimora anche nei più importanti musei del mondo, dal giardino delle Tuileries del Louvre di Parigi al Giardino di Boboli delle Gallerie degli Uffizi a Firenze, ma anche in oltre 100 Relais & Chateaux del mondo, Italia compresa, come nei ristoranti Dal Pescatore, Villa Crespi e Don Alfonso 1890, o nei wine relais come il Borgo San Felice, Castello Banfi, Villa Cordevigo e Il Borro, si moltiplicano le iniziative lanciate in questi giorni.
Legambiente e Beeing, per esempio, oltre a promuovere gesti simbolici come esporre un capo giallo sul balcone e metterci piante amiche delle api, o mettere un’ape colorata sulla porta di casa propria o dell’ufficio (la si può scaricare dal sito dell’iniziativa) il 21 maggio doneranno anche un’arnia al Giardino di Ousmane di Anagni (Frosinone), parco ecosostenibile e luogo di aggregazione, integrazione e socializzazione, intitolato a Ousmane Sidibe, 24enne deceduto a seguito di un tragico incidente sul lavoro.
Ancora, per tutto maggio 2022, è attiva la campagna “Bee Payback, Bee Good”, firmata da Payback, la più diffusa piattaforma di marketing multi partner e programma di bonus in Italia, con 3Bee, che consentirà ai clienti di supportare l’adozione di 3 milioni di api che popoleranno l’Oasi Payback con i punti promozionali che si accumuleranno con le loro spese presso i partner partecipanti come Esso, Carrefour, Mondadori Store, GrandVision, American Express e Booking.com online o nell’App Payback. Mielizia, invece, tra i maggiori produttori di miele in Italia, lancia la “Bee Welcome Limited Edition”, scatola in legno di betulla certificata Fsc e sigillata con una fascetta in carta Crush, la carta ecologica realizzata con sottoprodotti di lavorazione del mais, sulla quale è riportato un Qr code che riproduce il video tutorial per trasformare il cofanetto in casetta per le api solitarie. All’interno della confezione sono inclusi 4 varianti di mieli biologici italiani - castagno, clementino, bosco, tiglio - proposti in vasetti di vetro da 300 grammi, una cartolina, un righello in carta piantabile e uno spago in fibra naturale se si desidera appendere il “rifugio” in giardino o sul terrazzo.
Miele che, oltre ad essere un prodotto salubre ed amatissimo, sempre più persone utilizzano al posto dello zucchero o come “antidoto” al mal di gola, come rilevato dal sondaggio della rivista mensile “Vita in Campagna”, realizzato su un campione di 1.300 hobby farmer da tutte le Regioni italiane, con l’obiettivo di valutare attitudini e abitudini rispetto a questo alimento, aspettando il “World Bee Day”. Il risultato, è che la maggior parte degli italiani utilizza il miele come dolcificante per bevande (59%), ma sono molti anche quelli che lo mangiano spalmato sul pane (52%), che lo impiegano per combattere i malanni stagionali (49%, con una preponderanza di rispondenti donne) e che lo utilizzano nelle preparazioni alimentari (34%). Ancora di nicchia, invece, l’impiego in preparazioni estetiche come maschere e depilazione (1%). Per le diverse varietà, il miele millefiori - testimone della biodiversità - è stato eletto a tipologia preferita dal 27% dei rispondenti, seguito dal miele di acacia (24%) e da quello di castagno (22%). Seguono varietà più inconsuete, ma pur sempre reperibili: il miele di tiglio (13%), il miele di agrumi (12%) e il miele di timo (2%). E dati interessanti emergono anche relativamente all’acquisto: oltre due rispondenti su tre acquista il miele dai produttori locali, mentre solo il 20% si rivolge a supermercati o negozi alimentari. Un segnale incoraggiante per il mondo dei piccoli produttori agricoli, e che rappresenta un legame virtuoso con il territorio e con le scelte a chilometro zero. Considerevole il dato sull’autoproduzione, che raggiunge il 13%, con una prevalenza di apicoltori uomini.
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