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I produttori dei “Grandi Marchi” ripartono dal Canada, dove il vino italiano vola

Nel primo semestre 2022 export a 134 milioni di euro: le griffe del Belpaese protagoniste dell’evento organizzato dal Monopolio del Quebec

I dati sull’export del vino italiano in Canada, registrati nel 2021 e 2022, fanno ben sperare le aziende del Belpaese, forti anche dei dati del primo semestre del 2022, in cui le importazioni hanno superato i 134 milioni di euro, con un incremento del +26,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il Paese nordamericano, così, sembra aver assorbito agevolmente le difficoltà legate al Covid, con i consumatori che continuano a manifestare apprezzamento convinto per le produzioni premium del vino italiano. Non ci poteva essere mercato migliore del Canada, allora, da cui far ripartire la nuova stagione dell’Istituto Grandi Marchi, guidato da Piero Mastroberardino, che mette insieme 18 dei nomi più prestigiosi del vino del Belpaese (Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Tenuta Col d’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi), in collaborazione con la Iem di Marina Nedic e Giancarlo Voglino, protagonista dell’evento e della cena di gala organizzati (il primo di queste dimensioni dopo la pandemia) da SAQ, l’ente che detiene il monopolio e gestisce la distribuzione degli alcolici nell’intera provincia del Quebec,  per i suoi top clients a Montreal. A Toronto, invece, è andata in scena la masterclass “Discover the Iconic Wines of Grandi Marchi”, moderata da Michael Fagan, una overview sull’Istituto Grandi Marchi e sulla sua attività in territorio canadese, con il doppio dei partecipanti previsti.

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