Carlo Ceparano parla del suo essere viticoltore quasi con pudore. Sa di essere nuovo dell’ambiente - l’azienda è nata nel 2013 - e non vuole darsi arie da vigneron. Però ama profondamente la scelta che ha fatto, quella di allontanarsi sempre più dal suo lavoro da commercialista a Napoli e di occuparsi delle terre di famiglia nel Beneventano, a Solopaca, dove ha trascorso la sua infanzia. Il progetto è inusuale: si chiama “Ritorno alle Origini” e prevede la vinificazione e l’affinamento dei vini in anfore di terracotta rivestite di cera d’api. Una scelta fortemente voluta da Carlo e, inizialmente, accolta con qualche timore dall’enologo Vincenzo Mercurio. Il “coraggio” tuttavia sembra aver premiato l’imprenditore che vanta in campo anche uve non consuete nel territorio come Trebbiano, Malvasia di Candia e Lambrusco Maestri. Ci soffermiamo sulla prima, che troviamo in purezza nel Ventiventi, cento per cento Trebbiano Toscano da vigneti di 50 anni e allevati a tendone. Fermentazione in anfora per dieci giorni e poi tre mesi di affinamento nello stesso contenitore. Apprezziamo il fatto che non siamo di fronte a un’annata corrente e il Trebbiano, si sa, può dare ottimi risultati con qualche anno in più. Il vino vira su note agrumate da subito: cedro, limone e bergamotto. In bocca è davvero pulito e persistente. Colpisce e piace per la delicata nota di pepe. Finale leggero di pietra focaia.
(Francesca Ciancio)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024