Il moscato dolce naturale di Pantelleria conta sulla ricchezza in zuccheri dell’uva fresca e non sulla loro concentrazione in appassimento, come il più celebrato Passito. Per questo sono solo le uve più zuccherine di Zibibbo a essere destinate al Kabir. Provengono da diverse contrade in cui Donnafugata ha i suoi 68 ettari di vigneto sull’isola. Un privilegio alla base dei risultati qualitativi: a Pantelleria le uve si differenziano molto per caratteristiche aromatiche ed epoca di maturazione nei diversi microclimi determinati da suoli, altitudini, esposizioni e vento. Giallo paglierino con lampi dorati, 11,5 gradi di alcol e 100 grammi per litro di zucchero residuo, Kabir fin dal naso annuncia una dolcezza delicata, in bocca gradevolissima perché bilanciata da una freschezza anch’essa gentile. Lo spettro dei sentori olfattivi è molto ampio e complesso. Colpiscono l’intensità della zagara e di altri fiori dolci, di frutti tropicali, melone e miele e la chiusura salmastra. Un’esplosione aromatica dolce che in bocca si contiene e non divenendo stucchevole. Questa apparente dicotomia, insieme a una gradazione contenuta, ne fa un vino particolarissimo e versatile da abbinare sia al dolce sia per contrasto al salato, poco praticato, ma formidabile (formaggi caprini, bottarga, acciughe!). E ancora come aperitivo “esotico” giocando sulla temperatura, perché servendolo fresco la percezione del dolce si smorza.
(Clementina Palese)
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