Solo acciaio per la Vernaccia di San Gimignano Sant’Elena, firmata da Teruzzi. E poi sosta prolungata sulle fecce, per un bianco che esce mediamente due anni dopo la vendemmia. La versione 2019 possiede aromi floreali, tocchi di pietra focaia e frutti tropicali, conclusi da una bella nota di mandorla fresca. Pieno il sorso, di continua e persistente sapidità, che si attenua soltanto nel finale dove riemergono toni dai rimandi ancora fruttati. L’azienda di San Gimignano, 94 ettari a vigneto (con la superficie dedicata alla Vernaccia, 60 ettari, che è la più estesa tra tutte le cantine private dell’intera denominazione) produce in media 1.000.000 di bottiglie ed ha una storia non secondaria nel panorama del bianco della città delle Torri, che comincia nel 1974 con protagonista Enrico Teruzzi. Una storia lunga e significativa, costellata di alti e bassi che, nel 2016, ha trovato nuova linfa, con il passaggio nell’orbita del Gruppo Terra Moretti, la holding di Vittorio Moretti che mette insieme Bellavista, Contadi Castaldi, Petra e Sella & Mosca, incontrando un rinnovato slancio e l’opportunità di una crescita più consapevole e di un rilancio convincente. La definizione stilistica dei vini, per esempio, ha imboccato strade più moderne ma al contempo più in linea con l’espressività varietale e quella del territorio, portando le etichette aziendali di nuovo tra quelle di riferimento dell’areale.
(are)
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