Le fiere del vino cambiano, evolvono, si moltiplicano. Ma ad essere presente in massa ai grandi eventi, che sono ormai quasi come “feste comandate” - al netto di scelte strategiche dei singoli - il settore non può mancare. E vale anche per Vinitaly, evento principe del vino italiano, di scena dal 2 al 5 aprile 2023, a Verona, con un’edizione n. 55, con tutti gli spazi “sold out”, al completo, comunica Veronafiere, e “pronti a diventare il più grande centro business to business internazionale del vino italiano e non solo, con più di 4.000 aziende in rappresentanza di tutto il made in Italy enologico e da oltre 30 nazioni (dati aggiornati al 2 marzo, ndr)”, in un appuntamento che resta centrale per il vino italiano (come le rassegne in terra straniera come Vinexpo Wine Paris, andata in scena a febbraio, la Prowein, che sarà a Dusseldorf dal 19 al 21 marzo, mentre in Italia si è già celebrata a Slow Wine Fair, con focus sui piccoli produttori, a BolognaFiere, dove sarà di scena anche il Mercato dei Vignaioli Indipendenti della Fivi, in calendario dal 25 al 27 novembre. Mentre, nello stesso mese, dal 18 al 20 novembre, debutterà, a Piacenza, la nuova “Fiera dei Vini”, nata proprio dopo la scelta dei Vignaioli Indipendenti di trasferire il loro evento a Bologna, ndr).
“A pochi giorni dalla fine del road show straordinario di Vinitaly in nove Paesi di tre Continenti, realizzato in collaborazione con Ice-Agenzia unitamente alla rete internazionale dei nostri delegati esteri, abbiamo definito la selezione dei top buyer che saranno in fiera - spiega il presidente Veronafiere, Federico Bricolo - in questo momento di grande cambiamento, tra sfide e opportunità, Vinitaly rimane un brand globale di promozione, in grado di generare nuovi sbocchi. Nelle 13 tappe realizzate tra Europa, America e Asia abbiamo toccato, infatti, con mano l’ulteriore potenziale sia sulle piazze più consolidate sia su quelle emergenti. Un potenziale - conclude Bricolo - che mettiamo a disposizione delle aziende già da questa edizione, con l’obiettivo di completare la mappatura di nuovi importatori e operatori qualificati entro il 2024. Uno sforzo e un investimento importante e necessario per garantire competitività al settore”.
“L’ascolto delle imprese italiane - ha aggiunto l’ad Veronafiere, Maurizio Danese - è stato fondamentale per il varo dei prossimi Vinitaly. Non è un caso, se i Paesi protagonisti nel road show sono nella top 10 degli obiettivi di mercato dei nostri espositori. Così come la scelta di presidiare sempre di più l’Asia: Cina, Giappone, Sud Corea ma anche Singapore, Hong Kong, Vietnam e altri sommano infatti il 20% dei prossimi target internazionali delle imprese italiane del vino. Un’area emergente che con la Cina segnerà il grande ritorno a Verona, grazie a una selezione di oltre 100 top Buyer del Dragone, tra gruppi dell’horeca, principali importatori e player dell’e-commerce. Ma l’evoluzione quali-quantitativa della domanda estera riguarderà ovviamente tutti i mercati di sbocco ed emergenti, dagli Stati Uniti al Canada, dalla Corea del Sud passando per il Vecchio Continente fino al Sud America con la previsione di incrementare i top buyer del 40% sul 2022”.
Per un Vinitaly che punta sul business, quindi, ma che resta anche un grande momento di comunicazione. “Vinitaly è un mega spot al vino italiano - aggiunge Veronafiere - con quasi 4 miliardi di audience generata sui media in Italia e all’estero nella settimana clou. Un ritorno intangibile di promozione indiretta che coinvolge anche gli altri due saloni che si svolgono in contemporanea a Verona - Enolitech, con Vinitaly Design e Sol & Agrifood, con B/Open e Xcellent Beers - che portano il totale espositivo ad oltre 4.400 aziende”.
Come ormai da tradizione, la fiera vera e propria sarà preceduta, sabato 1 aprile, da “Vinitaly - OperaWine”, la degustazione prologo con i 130 produttori portabandiera (qui la lista) selezionati da “Wine Spectator” (con Alison Napjus, firma della rivista americana, che, in questo video, ha spiegato, a WineNews, il valore dell’evento ed i criteri di selezione delle cantine).
Mentre il palinsesto fieristico vede la conferma delle principali aree tematiche (Vinitaly Bio, International wine hall, Vinitaly Mixology e Micro Mega Wines a cura del wine writer Ian d’Agata), del matching del Taste & Buy, con operatori selezionati dalla rete fieristica in collaborazione con i Consorzi di tutela e del tasting express con le più importanti riviste internazionali di settore. Oltre 70 le degustazioni previste ad oggi dal calendario ufficiale del Vinitaly (in aggiornamento). Tra queste, il walk around tasting dei Tre Bicchieri 2023 del Gambero Rosso (domenica 2 aprile) e dell’Orange Wine Festival (3 aprile), che vede la presenza di aziende top da 10 Paesi, oltre al Vinitaly Tasting - The DoctorWine Selection, cura di Daniele Cernilli (2 e 3 aprile), ideato per i buyer e gli operatori dell’horeca ed ai focus di Young to Young, ovvero le giovani cantine si raccontano ai giovani comunicatori, tre sessioni di degustazione con dieci giovani produttori firmate da Paolo Massobrio e Marco Gatti. Spazio anche ai Concorsi: il 22 marzo ritorna l’International packaging competition - Vinitaly Design, il concorso che premia il miglior packaging per trend, design e innovazione di vini, distillati, liquori, birra e olio extra vergine di oliva, seguito dal 5 StarsWines The Book e Wine Without Walls, i riconoscimenti per le aziende che investono nel miglioramento qualitativo dei propri prodotti. Prosegue, inoltre, la distinzione tra operatori in fiera e winelover: a questi ultimi è dedicato Vinitaly & the city, il percorso di wine talk, tasting, mostre ed eventi del fuori salone nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco (Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale). Per una Verona che, con Vinitaly, torna capitale del vino italiano.
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