A ventitré anni della costituzione del Consorzio Doc Orcia, sinonimo di Syrah toscano, i vini dell’areale, in un percorso per quanto ancora non pienamente compiuto, stanno oggi abbandonando i facili schematismi stilistici fondati su mode enologiche ormai logore, aprendosi ad un’interpretazione della varietà del Rodano più libera e consapevole. Il merito è da ascrivere a Stefano Amerighi, oggi, tra l’altro, presidente del Consorzio, che ha portato una decisa ventata di dinamismo tra le colline che circondano la Valdichiana, imponendo una prospettiva altra nella considerazione della zona. Dal 2002, Amerighi è emerso, sì, grazie ad una filosofia produttiva all’insegna della biodinamica, ma soprattutto attraverso una appassionata ricerca delle radici più intime di quel vitigno (non così facile da coltivare e soprattutto da vinificare). Il risultato sono vini di grande cesello e dall’accentuata personalità, lontani, per l’appunto, dal cliché che prevede per i Syrah l’essere banalmente dei rossi ad alta concentrazione, sorretti dal legno e dagli aromi di pepe. Ecco allora un Cortona Syrah 2020 che, affrontando un’annata non facile, riesce ad esprimere nei suoi aromi erbe aromatiche, dai tocchi mediterranei, piccoli frutti rossi maturi, spezie e un lontano rimando alla castagna. In bocca, il sorso è ben profilato in una bella amalgama tra dolcezza e sapidità, con il finale che torna sui mirtilli.
(fp)
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