La Sicilia si conferma una regione veramente strategica nel settore del vino. Oggi l’export di vino italiano si concentra principalmente sul mercato Europeo e quello Nord Americano, mentre l’Asia è ancora marginale, seppur in crescita. Stesso vale in proporzione per la Sicilia: i 5 mercati più significativi sono la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera, il Regno Unito e il Belgio; da sottolineare, in particolare, la crescita tra il 2021 e il 2022 dell’export siciliano verso Stati Uniti, +28%, e Svizzera, +24% (è da precisare che i dati Istat di export tengono conto del luogo di spedizione all’estero, per cui sfuggono i quantitativi di vino siciliano che non partono direttamente dalla Sicilia per l’estero, ma partono da porti ubicati in altre regioni alle quali questi volumi di prodotto vengono computati come export vinicolo; in realtà, quindi, il commercio estero di vini e mosti siciliani sia superiore rispetto ai dati ufficiali Istat). Un focus, questo sullo stato dell’arte della Sicilia del vino, che emerge dallo studio UniCredit-Nomisma “Gli asset che creano valore per la filiera vitivinicola italiana: mercati, territori, imprese”, presentato oggi a Palermo, nel lancio di “Sicilia en Primeur” 2023, in programma a Taormina ed a Radicepura, uno dei vivai più belli e grandi del mondo (di proprietà della famiglia Faro), dal 9 al 13 maggio.
Negli ultimi 10 anni, l’Italia ha riqualificato il proprio portafoglio vini esportati, riducendo la componente di vini sfusi (da 31% al 19%), compensando con l’aumento degli spumanti; questo ha premiato a livello di prezzo medio all’export (da 2,22 euro/litro a 3,60 euro/litro). Se guardiamo i Dop, però, lo scarto con la Francia risulta ancora troppo marcato: il peso dei vini Dop sul totale export imbottigliati (69%) è ancora significativamente al di sotto rispetto alla Francia (84%), con prezzi medi all’export anche qui nettamente inferiori: dai bianchi di Borgogna prezzati mediamente a 16 euro al litro, ai bianchi del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia venduti a 5,17 euro al litro ed ai bianchi di Sicilia, prezzati a 3,76 euro al litro. Anche i rossi di Sicilia sono abbastanza allineati ai bianchi, con un prezzo medio al litro di 3,56 euro al litro.
Il prezzo medio dell’export dei vini Dop italiani è cresciuto nell’ultimo decennio del 22,8%, con un’ottima performance dei bianchi siciliani con il +30,6%, grazie ad un focus importante sulla qualità (In Sicilia ad oggi sono state riconosciuti 24 vini Dop, di cui 1 Docg e 23 Doc, e 7 vini a Igt), sulla segmentazione/differenziazione dei prodotti, sullo sviluppo di strategie multicanale, su un maggiore presidio dei mercati. La Sicilia ha ancora molti margini di miglioramento riguardo al posizionamento dei vini (fermi) Dop nella Gdo: le vendite del prodotto siciliano pesano il 4% sulle vendite totali della grande distribuzione italiana ma tiene bene il prezzo medio di vendita, ben al di sopra della media Italia (5,01 euro a bottiglia da 0,75 litro contro 4,20 euro in Italia). Con riguardo ai vini generici, in Sicilia, come in molte altre regioni del Sud, la quota di questo prodotto è ancora molto significativa (il 24% della produzione sul totale regionale conto il 16% della media Italia), ma comunque in riduzione importante nell’ultimo decennio (-9%).
La Sicilia, ancora, è la terza regione (con il 31% vs 19% Italia) con riferimento all’incidenza della coltivazione di vino biologico sul totale superficie vitata regionale, anche se con margini di crescita minori dal 2011 al 2021 sulle altre regioni (97% conto il 138% a livello Italia). La Sicilia è nelle top 5 regioni vinicole in Italia per redditività media delle società di capitale. Sul mondo dei social, le cantine siciliane hanno un buon posizionamento, certamente migliorabile: ciascuna ha in media 16.400 followers, coprendo il 10,3% del totale nazionale. La Sicilia è al quarto posto in Italia per acquisizioni nel settore vitivinicolo (8% sul numero totale del periodo 2016-2022); con riferimento alla denominazione target, l’Etna è grande protagonista, al quarto posto in Italia, e al di sopra di denominazioni come il Chianti Classico, il Valpolicella e il Barbera d’Asti.
“Lo studio Nomisma - ha sottolineato Salvatore Malandrino, responsabile Regione Sicilia UniCredit Italia - conferma l’immagine del settore vitivinicolo della Sicilia come un comparto d’eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche in ambito italiano. UniCredit è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione. Con il nostro network internazionale siamo in grado di accompagnare le aziende vitivinicole all’estero, aiutarle a rafforzare il proprio business e ad inserirsi in nuovi mercati emergenti con ricerca di controparti. UniCredit supporta le aziende del settore anche con una gamma di finanziamenti dedicati a sostenerne la transizione in ottica green e attraverso programmi di formazione e azioni concrete lungo tutta la filiera”.
Il pay-off 2023 scelto da Assovini Sicilia per l’evento itinerante della Sicilia e dei strepitosi territori del vino (ma non solo, ndr) ha permesso in venti anni - grazie alla visione dei tre grandi della Sicilia del vino (Diego Planeta, Giacomo Rallo, Lucio Tasca d’Almerita) - di lanciare la Sicilia nel mondo, è “Ambasciatori e custodi di cultura e territori”, sottolineando il ruolo di Assovini Sicilia nel farsi portavoce della conoscenza di un territorio attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia.
“La Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenza - commenta Laurent Bernard de la Gatinais, presidente Assovini Sicilia - ed oggi, le cantine in Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare”. A Taormina ed a Radicepura, dal 9 al 13 maggio, saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri, oltre alla partecipazione di Master of Wine e professionisti che guideranno i seminari tecnici e masterclass. “Sicilia en Primeur”, ideato ed organizzato da Assovini Sicilia fin dal 2004, si conferma l’appuntamento più importante per il vino siciliano: nel 2023 sarà dedicato al vino come complesso fattore culturale, all’enoturismo nelle sue molteplici declinazioni ma soprattutto al ruolo delle cantine di Assovini Sicilia come custodi di cultura e territorio, e al vino come ambasciatore del turismo siciliano.
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