Se una critica può essere sollevata alle etichette di Antonio Camillo è quella di non aver ancora trovato la quadra con il Sangiovese del Morellino. Un work in progress, potremmo dire, che, comunque sembra cominciare a dare risultati apprezzabili. Almeno a giudicare dal Morellino di Scansano 2022. Interprete di un’annata decisamente complicata e non proprio favorevole per il re dei vitigni toscani, offre profumi di piccoli frutti rossi maturi accanto a rimandi speziati ed affumicati. La bocca è ben profilata, forse un pelo rustica nella sua declinazione tannica, ma dalla sapidità accentuata, a donare al sorso grande bevibilità. Attualmente, ad incarnare l’anima più intima della Maremma enoica c’è senza dubbio Antonio Camillo. E la sua spiccata umanità rende questo merito ancora più significativo. I suoi vini, sottovoce, si sono imposti tra le etichette più intriganti dell’intero areale, emergendo, soprattutto, grazie al Ciliegiolo, che Antonio ha declinato come nessuno aveva mai pensato di fare nel recente passato. Liberato dai legni piccoli, il suo Ciliegiolo si è distinto per uno stile ben leggibile, dai tratti originali e dalla personalità acclarata. Un lavoro che è stato svolto a partire dalla tradizione e che ha portato la cantina con sede a Manciano, 24 ettari di vigneto, coltivati a biologico, per una produzione di 105.000 bottiglie, nel ristretto novero delle cantine da intenditori.
(fp)
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