Nel panorama della cosiddetta tipologia dei “Supertuscan” spesso ed ingiustamente sfugge questo vino ottenuto dall’omonimo vitigno (anche perché prodotto solo in Magnum), che, detto in poche parole, resta uno dei rossi più originali del panorama toscano. Una specie di punto d’incontro tra i caratteri speziati e freschi del Cabernet Franc e quelli più morbidi del Merlot, che dà vita ad un vino raffinatissimo, profumato e irresistibile. Il Caberlot cresce a Mercatale Valdarno in provincia di Arezzo. Si tratta di un’uva ibrida, nata spontaneamente chissà quando e scoperta nel padovano dall’agronomo Remigio Bordini, che la sottopose nel 1982 all’attenzione di Wolf Rogosky e della moglie Bettina, appena diventati proprietari del Podere Il Carnasciale. Oggi, Bettina, insieme al figlio Moritz e in stretta collaborazione con l’enologo Peter Schilling, continua a proporre questo splendido vino, vera e propria chicca, della quale l’assaggio è consigliatissimo. Il Caberlot (prodotto per la prima volta nell’annata 1988) compie la fermentazione malolattica e la successiva maturazione (per 22 mesi) in barrique in prevalenza nuove, a cui seguono altri 18 mesi di bottiglia. La versione 2019 profuma di piccoli frutti neri, edera, spezie, toni di pepe e accenti balsamici e pirici. In bocca, il vino è succoso, denso e ritmato, dal finale ancora sul frutto croccante con una piacevolissima nota mentolata a congedo.
(fp)
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