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Moët & Chandon è ancora il primo brand del vino al mondo. Volano Changyu e Penfolds

Nella “Wines 15” di Brand Finance non ci sono italiani. Sul podio Chandon, anche Veuve Clicquot conquista il rating AAA-

Moët & Chandon è ancora il primo brand del vino al mondo, con un valore stimato in 1,3 miliardi di dollari (-10% sul 2022) dall’“Alcoholic Drinks 2023”, il report annuale sui marchi più forti del settore alcolici firmato Brand Finance, società specializzata nell’analisi e nelle strategie dei grandi marchi. Nella “Wines 15”, la classifica dedicata esclusivamente al settore enoico, dietro al punto di riferimento dello Champagne si piazza il gigante del vino cinese Changyu, con un valore di 1,2 miliardi di dollari, in crescita del 33% sul 2022, e al terzo posto, con un valore di 1,01 miliardi di dollari (+7,6%), l’americana Chandon. Scivola al quarto posto Veuve Clicquot, altro brand dello Champagne, valutato 942 milioni di dollari (-2,1%), e si conferma al quinto, ma con un calo ancora più evidente, Dom Pérignon, valutato 750 milioni di dollari (-10,3%).

A differenza del 2022, quando Martini arrivò alla posizione n. 8 con un valore di 400 milioni di dollari, nelle prima 15 posizioni non c’è nessun italiano. Alla posizione n. 6 troviamo quindi la statunitense Barefoot, valutata 742 milioni di euro (+30%), alla n. 7 l’australiana Penfolds, con un valore di 659 milioni di dollari (+48,1%), alla posizione n. 8 un altro brand australiano, Beringer, valutato 461 milioni di dollari (+0,4%), alla n. 9 la cilena Concha y Toro, con una valutazione di 368 milioni di euro (+16,8%) e alla n. 10 l’australiana Jacob’s Creek, valutata 313 milioni di dollari (+2%). Chiudono la top 15, nell’ordine, la statunitense Carlo Rossi, le australiane Yellow Tail e Lindeman’s, la francese Mumm e un’altra statunitense, Twin Valley.

Tra le novità da sottolineare c’è soprattutto la crescita delle aziende capaci di arrivare al top del rating di “Brand Finance”: al fianco di Moët & Chandon diventano AAA- anche Changyu (con il punteggio più alto in assoluto, 83,2 su 100), Chandon, Veuve Clicquot e Penfolds. Il miglioramento di Changyu, in termini di valore e forza del marchio, è il risultato della sua capacità di resistere alla flessione del mercato in Cina causata dalla pandemia, sapendo adattare la sua strategia e adottando un vincente approccio di vendita online, che ha consentito a Changyu di rivolgersi a una base di consumatori più giovani e avvezzi alla tecnologia. Mentre il restante mercato del vino cinese ha dovuto affrontare un calo delle vendite, Changyu ha consolidato la sua presenza sul mercato domestico, e adesso è pronta a capitalizzare l’espansione del mercato dei consumi prevista per i prossimi anni.

La crescita maggiore, comunque, è quella di Penfolds, che è anche il secondo brand più forte, con un punteggio di 81,6/100, ben 19 punti in più rispetto al 2022. Anche Penfolds, come Changyu, ha abbracciato le nuove tecnologie e l’innovazione, semplificando il suo approccio incentrato sul consumatore. Parallelamente, il marchio è cresciuto a livello globale, con etichette non solo australiane, ma anche francesi e californiane. Un altro aspetto importante è la crescita in termini di percezione della sostenibilità, classifica in cui Penfolds, con 4,59 punti, raggiunge il terzo posto, non lontano dai 5,24 punti di Dom Pérignon. In termini di valore aggiunto, il Sustainability Perception Values pesa per 101 milioni di dollari sul valore complessivo di Moët & Chandon, per 79 milioni di dollari sulla valutazione di Chandon, e per 77 milioni sul valore complessivo di Veuve Clicquot.

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