I cugini Lunelli sono sbarcati in Umbria nel 2001, in un periodo di curiosità che li ha spinti oltre i confini geografici del Trentino e i confini enologici delle bollicine Ferrari: in cerca di un forte connubio territorio-vitigno, hanno scelto Montefalco e il suo Sagrantino. 30 ettari di vigne da ristrutturare il patrimonio agricolo da cui sono partiti, a cui poi si è aggiunto il progetto della cantina-scultura ideata dall'artista Arnaldo Pomodoro: una struttura convessa in rame integrata fra le morbide colline umbre, e solcata da crepe che fanno eco ai solchi della terra che l'attornia. Il Carapace, appunto, come quello che protegge la tartaruga, simbolo di longevità, stabilità e saggezza. Dentro si producono oltre 130.000 bottiglie in 5 etichette di Sagrantino, l'ultima delle quali è un'ode alla sua capacità di invecchiamento. E come ogni ode che si rispetti, si compone di 7 versi, tradotti in anni. Si parte dalla Vigna al Pozzo biologica di 30 anni di età, si procede con una vendemmia a fine ottobre, si prosegue con una fermentazione in 3 diversi stili (acciaio, tini tronco-conici in legno, orci e anfore in terracotta), si conclude con maturazione e affinamento tra legno e bottiglia di 7 anni. La II edizione, annata 2016, sa di amarena, mora e uva, ginepro e tabacco; dolcezza in bocca sferzata da sale e acidità agrumata, calore e aderenza balsamica. Un vino potente, compatto e saporito, non un solitario.
(ns)
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