Maturato per 24 mesi in legno, il Bolgheri Superiore 2019 profuma di cedro, mirtillo e mora maturi, con tocchi affumicati e speziati. In bocca, il sorso è solido e articolato, dalla trama tannica ricca e dallo sviluppo tendenzialmente potente, terminando in un finale ampio e dai ritorni fruttati e tostati. Sotto il “cappello” del nome Alejandro Bulgheroni Family Vineyards si articola un vero e proprio mosaico enoico che il magnate del petrolio argentino, già presente nel mondo del vino con aziende in Uruguay e Argentina, ha costruito in un tempo brevissimo (cominciando nel 2012), attraverso l’acquisizione di terreni e cantine in alcuni dei migliori areali della Toscana, per un investimento complessivo ben oltre i cento milioni di euro. Dievole e Certosa di Pontignano nella denominazione del Chianti Classico, Podere Brizio e Poggio Landi a Montalcino e, nel 2016, acquisendo le due realtà bolgheresi situate nei pressi di Donoratico: Tenuta Meraviglia – 30 ettari a vigneto, coltivati in prevalenza a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot – e Tenuta Le Colonne – 65 ettari a vigneto dove sono allevati anche Syrah e Vermentino. Con una filosofia produttiva che rompe un certo tradizionalismo produttivo del bolgherese, utilizzando, in fase di affinamento, solo legno grande anche per le varietà bordolesi e, in fase di vinificazione, non rinunciando alla presenza dei raspi in qualche caso.
(fp)
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