“People is like wine, flexible”. È il motto di Baia Abuladze, giovane vignaiola, che insieme ai fratelli Gvantsa e Giorgi gestisce l’azienda di famiglia Baia’s Wine, nell’Imereti, nelle colline a sud di Kutaisi, in Georgia. Qui da millenni si coltiva la vite e si produce vino. I giovani vignaioli come Baia stanno ripiantando gli antichi vitigni e riscoprendo la vinificazione in anfora. Azienda biologica, produce circa 4 mila bottiglie. I tre giovani sono la terza generazione di produttori di uva e vino. È stata Baia a dare la svolta: a capire l’importanza di produrre vino di qualità, a tornare a utilizzare i calendari lunari tradizionali e le antiche tecniche della vinificazione nelle grandi anfore di terracotta interrate che qui si chiamano «Qvevri». E a valorizzare i vitigni locali come Tsitska, Tsolikouri e Krakhuna. La Baia’s Wine produce uno Tsitska in purezza. La fermentazione avviene sulle bucce per circa un mese, poi le bucce vengono tolte e il vino resta per 6 mesi in anfora. Non viene filtrato. Il risultato è un vino bianco corposo con note di cachi, albicocca e agrumi e un finale lungo e piacevole. Punti di distinzione? «Prodotto da donne» scrivono sulla scheda tecnica. In Georgia lo abbinano con shoti, tipico pane cotto nei forni di terracotta, katchapuri, pizza ripiena di formaggio, e involtini di melanzane e noci. È ottimo con tutte le ricette di carni bianche e pesce un po’ speziate.
(Fiammetta Mussio)
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