Nei pressi di Castelnuovo Berardenga, “capitale” della Unità geografica Aggiuntiva più meridionale della denominazione del Chianti Classico, si trova la Tenuta di Arceno (92 ettari a vigneto per un totale di 250.000 bottiglie), di proprietà americana (Gruppo Kendall-Jackson, che l’ha acquisita nel 1994) e con guida tecnica bordolese con più di qualche ascendente californiano nelle mani di Pierre Seillan - creatore a Sonoma di Verité Winery e prima attivo a Saint-Emilion - e dell’italo-americano Lawrence Cronin. Da qui escono etichette ben centrate e di inappuntabile fattura: dai Sangiovese chiantigiani declinati con stile sobriamente moderno e con l’obbiettivo centrato di non snaturarne personalità e carattere, ai blend e alle purezze di impostazione bordolese, realizzati con altrettanta misura e raffinatezza, come ben dimostra il nostro assaggio. Ottenuto da Cabernet Franc in purezza, l’Arcanum 2017 affina per 12 mesi in barrique (per l’80% nuove). Al naso è caratterizzato da profumi di vario timbro, dai frutti di bosco maturi al cedro, dalle radici di liquirizia alle erbe balsamiche, con tocchi rinfrescanti di edera, rifiniti da lampi di tabacco e polvere di caffé. Materico e potente al palato, possiede uno sviluppo succoso e bilanciato, ben giocato tra la fitta articolazione tannica e la fragranza acida, che ne accentua un finale lungo e persistente con ritorni sia fruttati che balsamici.
(fp)
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