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“THE DRINKS BUSINESS”

OpenAi lancia Gpt-4o, un nuovo modello di Intelligenza Artificiale, anche per il vino

Il chatbot saprà gestire testi, audio e video. Si comporterà come un essere umano. E c’è spazio per degustazioni e corsi specializzati emozionali
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Il nuovo modello di intelligenza artificiale porterà benefici al mondo del vino?

Gpt-4o, il nuovo modello di intelligenza artificiale prodotto dalla OpenAi, arriva sul mercato. La “o” sta per “omni” a simboleggiare le capacità a 360 gradi del nuovo chatbot, che ora sarà in grado di comprendere anche audio e video oltre ai testi. Inoltre, saprà rilevare e interpretare le espressioni facciali umane e gestire conversazioni emozionali in tempo reale. L’industria del vino, e in generale del beverage, può approfittarne, o quantomeno, vale la pena provarci, secondo il magazine Uk “The Drinks Business” che ne ha analizzato l’impatto, rivoluzionario, sul settore, come WineNews ha fatto raccontando le potenzialità legate all’uso dell’Ai dal vigneto alla bottiglia.
Gpt-4o sarà disponibile gratuitamente per tutti gli utenti registrati, aggiungendo funzioni che prima erano solo per chi pagava. Quindi chiunque potrà usufruire della versione più avanzata del servizio. E, soprattutto, l’Intelligenza Artificiale, come detto, sarà ora più emozionale e umana, non più solo una fredda chat: il tempo di risposta è stato impostato sui 230 millisecondi, simile alla reazione agli imput dell’uomo. Il sistema in passato è già stato in grado di superare gli esami teorici di un corso da sommelier con ottimi punteggi, ma come si vede in alcuni video pubblicati su X dalla pagina ufficiale di OpenAi, il nuovo modello è ora capace anche di insegnare a dei bambini come risolvere un problema di matematica e riesce a riconoscere sentimenti e linguaggi del corpo di chi ci si sta interfacciando.
Secondo “The Dirnks Business”, questo approccio offre un’interazione più pedagogica ed educatrice, che potrebbe essere replicabile per esempio per una degustazione di vino o una lezione specifica guidata da remoto. A risentirne ci sarebbe la ricaduta economica del settore sul territorio, ma la platea degli appassionati potrebbe allargarsi. E dalla prova artificiale il soggetto potrebbe poi decidere un domani di testare anche quella naturale in loco. Gpt-4o sarebbe in grado di raccontare l’etichetta e il processo di produzione del vino dettagliatamente, fornendo informazioni contestuali di rilievo che arricchirebbero l’esperienza degustativa come se si stesse parlando con un esperto in carne ed ossa.
Un passo avanti notevole rispetto agli attuali webinar o corsi online e con un approccio più dettagliato e personalizzato. Se a questo si vanno a incorporare anche i dispositivi di realtà aumentata come per esempio un visore, la situazione potrebbe assomigliare sempre di più alla vita reale. Anche se, e siamo tutti d’accordo, bersi un bel bicchiere di vino in una splendida giornata di sole osservando i vigneti della tenuta direttamente dal terrazzo della struttura, difficilmente potrà sostituire una conversazione tenuta con un’Intelligenza Artificiale. Emozionale per carità, ma comunque sempre artificiale.

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