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ATTUALITÀ

La Francia mette i “paletti” e rafforza il suo no al declassamento dai vini Dop a quelli Igp

Si attende l’inserimento della proposta nel “Codice rurale”. Un vino Aop può cambiare categoria solo senza Indicazione Geografica (Vin de France)
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Un vigneto (ph: Jill Wellington su Pixabay)

Si può definire come un periodo storico complesso quello che sta attraversando il vino francese, tra una nuova “geografia” dei vigneti da attuare, ad esempio, con gli espianti a Bordeaux, tra le regioni simbolo per la viticoltura, alle prese con una crisi di prezzi e di consumi che coinvolge, in primis, i prodotti “entry level”. Ma non solo, perché la Francia sta ridisegnando anche alcuni connotati del suo sistema produttivo, e anche a livello normativo. Come dimostra la svolta avvenuta in questi giorni con la decisione di bloccare il passaggio, o meglio il declassamento, dei vini Dop (in Francia definiti Aoc, Appellation d’Origine Contrôlée) ad Igp. Una decisione che ha visto in prima fila il Comité des vins Igp de l’Institut National de l’Origine et de la Qualité (Inao), che ha approvato l’inserimento nel “Codice rurale” francese, con la disposizione che esiste già nella normativa, ma che, ad oggi, lascia spazio ad interpretazioni diverse da parte dell’industria vinicola. Il mondo Igp francese adesso attende l’inserimento vero e proprio di questa proposta nel “Codice rurale”, con l’azione del Governo che è attualmente sospesa per le elezioni legislative anticipate (il secondo turno è atteso domenica 7 luglio). Si va, pertanto, nella direzione in cui “un vino rivendicato come Dop può cambiare categoria (ovvero essere declassato, ndr) solo per diventare vino senza Indicazione Geografica (Vin de France, ovvero vino da tavola generico)”, ha spiegato Éric Paul, presidente Inao con la sua dichiarazione riportata dal sito specializzato “Vitisphere”.
L’obiettivo sarebbe quello di bloccare l’arrivo di vino invenduto in altre categorie. A questa “impermeabilità”, di cui si parla da anni, hanno lavorato negli ultimi mesi la Confédération des Vins Igp de France (Vin Igp) e la Confédération Nationale des Producteurs de Vins et Eaux de Vie de Vin à Appellations d’Origine Contrôlées (Cnaoc), con la decisione principale presa che riguarda, appunto, il divieto di trasferimento delle Dop alle Igp. Ma per le Igp c’è anche una nuova “sfida” sul tavolo che guarda al cambiamento dei consumi in corso e quindi alla produzione di vini meno alcolici. “Un treno da non perdere” ha spiegato Éric Paul, con l’organismo da lui presieduto che ha validato la richiesta di sperimentazione delle Igp Atlantique et Méditerranée che ha come fine, attraverso tecniche specifiche, di ridurre la gradazione alcolica. Per quanto riguarda, invece la dealcolazione parziale, il comitato Igp ha messo a punto una guida in modo che le Organizzazioni di difesa e gestione (Odg) possano modificare le loro specifiche per scendere ad una gradazione alcolica fino a 6 gradi alcolici per i vini Igp (mentre ad oggi la normativa prevede che un vino, per essere tale, debba averne minimo 8,5).

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