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ATTUALITÀ

Tanto vino in cantina, Frescobaldi: “fenomeno più accentuato in alcune zone. Agire sulle rese”

Il presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), a WineNews: “consumi in grande calo, se il mercato non funziona dobbiamo regolare le produzioni”
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Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini (Uiv)

Che il mondo del vino non stia attraversando un momento formidabile è un dato oggettivo, tra un cambiamento dei consumi in atto, il calo produttivo, gli effetti climatici e le spinte “allarmistiche” che si fanno sentire. Un interesse in diminuzione soprattutto per i vini rossi perché, guardando i dati, i bianchi e, soprattutto, gli spumanti, stanno attraversando un buon momento di salute, con richieste in aumento. E poi, rimanendo sempre nel terreno dei numeri, quelli Istat, dicono che, nel periodo da gennaio ad aprile 2024, le esportazioni di vino italiano, a livello globale, hanno superato i 2,5 miliardi di euro (+7% in valore sullo stesso periodo dello scorso anno) ed i 690,76 milioni di litri (+5,8% in volume sul primo quadrimestre 2023). Certo, i conti si fanno alla fine, come più volte ripetuto, le variabili nei prossimi mesi possono cambiare lo scenario, ma, intanto, non si può fare a meno di prendere atto di questo trend che, al momento, almeno a livello mondiale, è positivo. E, accanto ad aziende che stanno sicuramente soffrendo, e che magari faticano a vendere le loro bottiglie, come sempre accade in un mondo del vino italiano fatto di tante realtà diverse tra loro, anche negli stessi territori, ce ne sono anche altre che vivono un ottimo momento e con bilanci in crescita.
Dunque, a pochi giorni dall’inizio della vendemmia in Sicilia, con uve sane e di qualità, come stanno le “cantine” italiane che presto faranno spazio al nuovo raccolto? E quale è la situazione a livello di “storico” e quindi di giacenze accumulate, si tratta di una situazione univoca o si notano differenze da zona a zona? WineNews lo ha chiesto a Lamberto Frescobaldi, alla guida di Unione Italiana Vini (Uiv), confederazione con 770 aziende per più di 150.000 viticoltori, più del 50% del fatturato italiano di vino e oltre l’85% del fatturato export di vino. E che, nei giorni scorsi, in un’intervista riportata dal quotidiano “Il Sole 24 Ore” del 26 luglio 2024 (a firma di Giorgio dell’Orefice), aveva dichiarato che “le cantine scoppiano per il vino persino dopo un’annata scarsa come quella 2023”. “Ci sono dei territori d’Italia - spiega Frescobaldi, a Winenews - in cui il fenomeno è sicuramente più accentuato, dove i prezzi dei vini sfusi sono “depressi”. Ma, ovunque, c’è un rallentamento, e questo indifferentemente da quanto un territorio è “famoso”. Ognuno poi in azienda farà i propri calcoli. La realtà è che i consumi sono in grande calo, se il mercato non funziona dobbiamo essere bravi a regolare le produzioni e, sicuramente, ridurre le rese è una soluzione per contrastare i prezzi bassi. Ma, oggi, per questa vendemmia, è già tardi, le comunicazioni (ovvero le pratiche burocratiche per chiedere alle Regioni e alle istituzioni preposte gli abbassamenti delle rese previste dai disciplinari di produzione e dalle normative, ndr) andrebbero fatte prima. Mi capita di parlare con tante persone, ad esempio, in Sicilia, dove è iniziata la vendemmia e con l’uva che c’è ed è bella, questo è sicuramente un fattore positivo. Ma, in qualche modo, la produzione di questa vendemmia, a livello di prezzi e di quantità, inciderà anche sulle prossime raccolte, ed a ben pensarci il 2025 non è poi così lontano. Sono tutte valutazioni che meritano di essere fatte, a livello produttivo”..

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