Mora in confettura, pepe nero, cuoio, alloro e un accenno di fiori rossi essiccati: sono scuri e terrosi, ma vivaci e stratificati i profumi del Canaiolo Cortine 2020, che si ritrovano anche in bocca, trasportati da un sorso caldo ma fresco, saporito e aderente, dal finale fruttato e speziato, piacevolmente pulito e persistente. Questa etichetta è fra le ultime (insieme al Pugnitello in purezza) che si aggiunge alla linea Cortine, con l’intento di valorizzare e definire un vitigno tradizionale del Chianti, che viene spesso chiamato in causa “solamente” ad arricchire l’uvaggio storico della denominazione. Fra le varietà più antiche e diffuse in Toscana e in Italia centrale, risalente al periodo degli Etruschi e chiamato anche Tindiloro - Caccione Nero - Uva Merla e Uva dei Cani, il Canaiolo si salvò dall’estinzione grazie all’agronomo Pio De Crescenzi, che lo citò nel suo “Trattato dell’Agricoltura” del 1300, fra le uve bellissime da preservare. Finì quindi nel disciplinare del Chianti Classico grazie al Barone Ricasoli, che lo definì “amabile e profumato”. Pieve di Campoli ha deciso di vinificarlo in purezza a partire da un vigneto storico dell’azienda del Borgo di Cortine: sia per raccontare meglio il proprio territorio, che per offrire un prodotto di nicchia ma radicato, a cui il mercato è ultimamente molto interessato. Si accompagna al Chianti Classico, alla Riserva, alla Gran Selezione e al Pugnitello.
(ns)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024