Profuma di amarena e prugne, di chiodi di garofano e cardamomo, di foglie di alloro e tabacco, con un tocco fresco di chinotto: è pieno di profumi scuri al naso, questa Bufera 2022. Un Rosso Piceno che passa qualche mese in botti di rovere ungherese, per diventare un vino dal sorso saporito, sferzato di freschezza agrumata, dal tannino sapido e una lunga coda speziata e balsamica in chiusura. Insieme al Savage (Sangiovese e Merlot), rappresenta l’anima rossa di Terre d’Arengo, a cui si aggiungono due bianchi (il Pecorino di Offida e Le Fem) e due metodi ancestrali (un bianco e un rosato): il metodo classico è in arrivo. Circa 30.000 bottiglie all’anno in totale di produzione media, che partono da 4 ettari di vigna (in progetto di ampliamento), a cui si aggiungono 12 ettari di olivi di cultivar Ascolana Tenera. Ed è proprio dagli ulivi che è partito tutto: grazie alla passione di Emidio Ciotti, imprenditore edile-ambientale, che nel ristorante aperto nel 2018 ad Ascoli Piceno voleva servire prodotti di propria produzione alle tavole. Compra uliveti e un frantoio, produce olio d’oliva e olive ascolane e pian piano, con l’aiuto della figlia Anastasia e del suo compagno Manuel, crea un piccolo microcosmo fatto di azienda agricola e ospitalità. Il gruppo Agorà comprende oggi il ristorante Agorà, il locale Clorofilla, Palazzo Ciotti, la produzione di olive ascolane e, appunto, l’azienda agricola Terre d’Arengo.
(ns)
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