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ECONOMIA

Lvmh, giù fatturato e redditività della divisione “Wine & Spirits” del gruppo del lusso

Nel 2024, -8% il calo organico del fatturato, a 5,8 miliardi di euro. Vini e Champagne a -3%, Cognac e spirits a -14%
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Alcuni dei brand di Champagne, vini e spirits di Lvmh

Pur in una fase di flessione anche per il mercato del lusso, a fine 2024 non sono poi così pesanti i conti del colosso Lvmh, nel complesso, e anche guardando al singolo settore dei grandi vini del gruppo della famiglia Arnault. Anche se la redditività è scesa, e in maniera sostanziale, ma il margine di profitto resta elevatissimo. Secondo i dati pubblicati nella tarda serata di ieri, il gruppo Lvmh ha totalizzato un giro d’affari di 84,7 miliardi di euro, +1% sul 2023. E se il profitto è sceso del -14%, il saldo è comunque di 19,6 miliardi di euro, con un margine operativo che si attesta al 23,1%. A contribuire di più alla crescita è stato il segmento del “selective retailing”, con 18,2 miliardi di euro ed una crescita organica del 6% nel 2024 sul 2023, seguito da quello di profumi e cosmetica, a 8,4 miliardi di euro, a +4%. Giù tutti gli atri settori, ma se “Moda e Pelletteria”, che valgono la metà del giro d’affari, con 41 miliardi di euro (-1%) e “Gioielli e Orologi” (10,5 miliardi di euro, -2%), sono in leggera flessione, va peggio al settore “Wine & Spirits”, nel complesso 5,8 miliardi di euro, con il calo più accentuato, a -8%. Che, però, è imputabile in larghissima parte al mondo degli spirits e dei Cognac, che vedono un calo organico del -14%, mentre regge meglio il segmento “Champagne & Wine”, che ferma le perdite a -3%, con un giro d’affari di 3,1 miliardi di euro (realizzati nel complesso con 123 milioni di bottiglie, la metà di Champagne), grazie a marchi come Moët & Chandon. Krug, Cheval Blanc, Château d’Yquem, Ruinart, Dom Pérignon, Domaine des Lambrays, Veuve Clicquot, Cloudy Bay, Bodega Numanthia, Terrazza de Los Andes ed Ao Yun, tra gli altri. Anche se, va detto, il settore “Wine & Spirits” è quello che è stato più penalizzato sul fronte del profitto, sceso del -36%, a 1,3 miliardi di euro.
“Il fatturato della divisione “Vini e Alcolici” è diminuito dell’8% organico. L’utile delle attività correnti è calato del 36%, in particolare a causa delle fluttuazioni dei tassi di cambio. Dopo tre anni eccezionali, la normalizzazione post-Covid della domanda di Champagne e Cognac, iniziata nel 2023, è proseguita in un contesto di un certo rallentamento dei consumi e di un mercato più difficile in Cina. Le maison di Champagne di Lvmh hanno mantenuto la loro quota di mercato di oltre il 22% di tutte le spedizioni della denominazione Champagne. Il fatturato del Cognac Hennessy è stato frenato da una domanda locale più debole”, commenta Lvmh, che ricorda anche l’avvio della partnership con French Bloom, azienda leader nel mercato dei vini e degli spumanti “alcohol-free” (come avevamo scritto qui).
“Nel 2024, in un contesto incerto, Lvmh ha dimostrato una forte resilienza. Questa capacità di superare le difficoltà in tempi altamente turbolenti - già illustrata in molte occasioni nel corso della storia del nostro gruppo - è un’ulteriore testimonianza della forza della nostra strategia. La creatività e l’altissima qualità dei nostri prodotti, il nostro costante impegno per l’eccellenza, l’agilità dei nostri team e il buon equilibrio geografico delle nostre sedi sono alla base del successo di Lvmh e delle sue maison, supportati dalla dedizione di tutte le nostre persone”, ha commentato Bernard Arnault, presidente e Ceo Lvmh.
E guardando al futuro prossimo, e al 2025 appena iniziato, “nonostante un contesto geopolitico e macroeconomico che rimane incerto, il gruppo rimane fiducioso e perseguirà la sua strategia incentrata sullo sviluppo dei marchi, supportata da continua innovazione e investimenti, nonché da una ricerca estremamente rigorosa di desiderabilità e qualità nei suoi prodotti e nella loro distribuzione altamente selettiva”.

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