È un organismo complesso, quello di Borgoluce. che conta su 1000 ettari di territorio sulle colline che da Susegana salgono verso San Pietro di Feletto e Pieve di Soligo: l’azienda è nata nel 2007 ma la proprietà è della famiglia Collalto da quasi 1000 anni. Oggi queste terre ospitano allevamenti (di bufale, bovini, ovini e suini, come pure api); coltivazioni (di noci e nocciole, di bosco, ulivi e viti, ma anche cereali, come mais, orzo, farro, soia e barbabietole da zucchero); cantina, macelleria e caseificio; e la parte ricettiva composta da 3 ristoranti, una foresteria e la fattoria didattica. Basta? No. C’è anche un Museo dei mestieri e della civiltà contadina e un Museo dei bombardieri del Re, oltre che un negozio per la vendita diretta. Tutto alimentato da un impianto di Biogas, uno a Biomassa e l’immancabile Fotovoltaico. La parte vigneto occupa 105 ettari e sono coltivati a Pinot Grigio - Bianco e Nero, Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon, Incrocio Manzoni, Tocai Rosso, Refosco, Malvasia Istriana e Glera, ovviamente. La produzione non supera le 500.000 bottiglie ed è composta per lo più di spumanti, fra cui il Rive di Collalto Extra Brut 2024. Dopo 5 mesi di affinamento sulle fecce fini prima della seconda rifermentazione, profuma di gesso, frutta bianca matura, fiori di biancospino e mandarino. Torna la pera al sorso cremoso, verso un finale pulito di crema diplomatica e pompelmo giallo.
(ns)
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