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ACCORDO DI FILIERA PER CALMIERARE PREZZI ORIGINE DEL CHIANTI E CAMPAGNA PUBBLICITARIA DA 1 MILIONE DI EURO. DAL CONSORZIO PROPOSTA DI AGGIORNARE DISCIPLINARE E ATTACCO AI SUPERTUSCAN: "NON SERVONO PIU', TORNIAMO A SCOMMETTERE SULLE DENOMINAZIONI"

Italia
La pagina pubblicitaria del Chianti docg

Un accordo tra tutta la filiera per calmierare e armonizzare i prezzi all'origine del Chianti. Lo ha siglato, in questi giorni, il Consorzio del Chianti ed oggi lo ha presentato, a Firenze, il presidente Nunzio Capurzo (direttore della Melini, Gruppo Italiano Vini - Giv) insieme al direttore Paolo Lazzeri.
L'accordo, di una durata triennale, è basato su un'analisi dei costi di produzione e riguarda i prezzi all'origine e dello sfuso che dovranno essere compresi tra una soglia minima di 100 euro per ettolitro ed una punta di 130 euro nel caso di vini più pregiati. Una volta "tradotta" in bottiglia la forbice di prezzo sarà compresa tra i 2,50 euro e i 3,50/4 euro. Il Consorzio - 2500 soci e una produzione media di 800 mila ettolitri di Chianti venduti per il 70% sui mercati esteri - prevede così di evitare gli alti e i bassi dei prezzi che da sempre hanno creato problemi alla distribuzione.
Come dichiarato da Nunzio Capurzo "è la prima volta che un accordo del genere viene siglato in Toscana e nel mondo vitivinicolo più in generale perché coinvolge l'intera filiera dalla produzione alla commercializzazione. E' un vero e proprio patto di equilibrio - ha aggiunto - che vuole dare nuovo slancio al mercato ma soprattutto evitare fughe verso l'alto del prezzo dei nostri vini, come successo in passato, e difenderli dal basso evitando inutili svalutazioni che penalizzano i produttori specie quelli più piccoli".
Contro la crisi economica il Consorzio del Chianti ha, inoltre, avviato, in questi giorni un'intensa campagna pubblicitaria sui principali quotidiani nazionali e locali, con un investimento di 1 milione di euro, cofinanziato al 50% dalla Regione Toscana.
"Se la campagna avrà esiti positivi - ha aggiunto Capurzo - pensiamo di replicare anche il prossimo anno con operazioni mirate sui nostri principali mercati esteri come Germania e Inghilterra".
Nunzio Capurzo è poi intervenuto sulla questione dei disciplinari, rendendo noto che il Consorzio ha presentato domanda al "Comitato nazionale vini" con la proposta di abbassare al 70%, dall' attuale 80%, la quantità di Sangiovese presente nel Chianti.
"Il nostro disciplinare è vecchio di 30 anni - ha spiegato - i gusti sono cambiati e i vini che facevamo allora oggi non siamo più quasi capaci di berli. Bisogna aggiornarci e rendere il disciplinare più elastico se non vogliamo perdere la sfida dei nuovi mercati globalizzati. Certo - ha aggiunto Capurzo - non dobbiamo mai perdere di vista il legame con il nostro territorio e il prezzo. Per anni abbiamo goduto di un periodo favorevole, e abbiamo iniziato a trascurare le nostre denominazioni, cercando di creare nuovi vini lontani dalle nostre tradizioni. Per questo abbiamo dovuto alzare i prezzi e scelto di destinare le uve migliori ai Supertuscan".
Sono proprio i Supertuscan, secondo Capurzo, i "responsabili dell'impoverimento delle nostre denominazioni, vini che non ci hanno portato molto, che sono troppo cari e per i quali non c'è più futuro. Torniamo - ha concluso - a scommettere sulle denominazioni e rilanciamole a dovere".

La polemica - La Toscana cofinanzia il 50% della campagna pubblicitaria del Chianti!
Signori prendete spunto dal Chianti! Il Consorzio ha infatti appena avviato una campagna pubblicitaria (secondo voci, soltanto indirizzata a pagine tabellari su quotidiani nazionali e locali) da 1 milione di euro per il rilancio e la valorizzazione dei propri vini. Una signora cifra, cofinanziata al 50% dalla Regione Toscana tramite Toscana Promozione, ma che vede un paritario impegno degli stessi produttori. Proprio qui sta il punto, se stavolta il Chianti è stato fortunato, quante altre volte "mamma Regione" potrà o vorrà intervenire a sostegno dei propri figli e delle proprie denominazioni che, specie in Toscana, sono davvero tante? E allora largo ai privati, gli imprenditori facciano gli imprenditori, senza aspettare sempre il sostegno pubblico, siano i veri protagonisti della loro promozione come fanno tante aziende in giro per il mondo, ma che spendono del proprio. Infine, una semplice osservazione: sarà veramente il giusto volano per le vendite del Chianti la sola promozione a mezzo pubblicità? O, veramente, la pubblicità è l'anima del commercio?

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