Albino Armani è stato tra i pionieri della Valdadige enoica e ha saputo mantenere la barra dritta nel suo progetto enologico in Vallagarina, con i terreni ai piedi del Montebaldo e della Lessinia, anche di fronte all’invasione recente del Pinot Grigio nei vigneti di questa zona, compiendo invece una strada del tutto diversa, fatta dalla valorizzazione della denominazione, dalla riscoperta dei vitigni locali e da un’interpretazione sobria di quelli internazionali. Stiamo parlando comunque di una realtà non limitata. I vigneti occupano infatti 220 ettari e si estendono tra le denominazioni più importanti del nord-est, dalla vicina Valpolicella, alla Marca Trevigiana, alle Grave friulane, fino, insieme a Maurizio Donadi, al Piave. I numeri dell’imbottigliato sono quindi consequenziali ed arrivano a 900.000 bottiglie di produzione annua, distribuiti in un portafoglio etichette ricco e articolato, composto da vini di ineccepibile fattura e non privi di carattere. Dalla tenuta trentina arriva lo spumante oggetto del nostro assaggio. Il metodo classico dosaggio zero Clé, che riposa sui lieviti per almeno 36 mesi prima della sboccatura, è un classico uvaggio di Pinot Nero e Chardonnay, che possiede perlage fine e continuo. Al naso alterna cenni floreali a un fruttato fragrante e a piacevoli note di lievito, ad anticipare uno sviluppo fresco e saporito, dal sorso preciso, incisivo e ben bilanciato.
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