C'è l'alloro, ci son le olive. C'è il sapore di bergamotto, ma senza il suo odore. C'è un fiore, dei più freschi e selvatici, come quelli di rosmarino. Ma sopra a tutto c'è lo iodio: sembra di stare davanti ad un oceano in burrasca che entra nel naso, in bocca e fin giù nei polmoni. Il residuo di sale sulle labbra lo conferma, tanto è consistente, ma non c'entra il mare. C'entra la Loira. Che ha donato anche una strutturata ala fresca a questo Sauvignon del Sancerre, insieme ad un colore dorato e vivo, con una punta di rosa (strawberry blond, direbbero in Inghilterra). È un vino decisamente seducente La Moussière di Alphonse Mellot, vignaioli dalle origini familiari antichissime, che con destrezza, conoscenza, immaginazione, integrità (e una certa dose di coraggio), ricercano l'armonia nelle vigne a conduzione biodinamica dal 2012, concentrandosi soprattutto sulla terra. Di roccia marnosa, nel caso di questo Sancerre Blanc che nasce dal mono-vigneto di oltre 30 ettari dell'omonimo Domaine La Moussière, esposti favorevolmente a sud ovest. Un binomio (esposizione e gesso) perfette per questo tipo di vitigno, che ha reso la Loira celebre per i suoi bianchi minerali. Ma se la terra ha il suo dire, anche la cantina gioco il suo ruolo essenziale, dove mani sagge operano per non rovinare il delicato equilibrio fra l’apporto fruttato e quello sapido dei grappoli raccolti: insomma, la traduzione perfetta del terroir.
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