Qualche giorno fa sono stato indegnamente chiamato a condurre una masterclass con Angiolino Maule dedicata al suo Sassaia: sei annate dal 1998 al 2018 per raccontare la storia di questo vino iconico che rappresenta al meglio la filosofia del suo produttore: “Una grande terra e un grande vitigno non hanno bisogno di aiuti chimici dall’esterno”. La Biancara nasce nel 1998 con soli sei ettari di vigneto (che oggi sono quindici) e sin dalla prima vendemmia la chimica di sintesi è stata bandita dalla vigna e dalla cantina, limitando al massimo anche l’uso di prodotti come rame e zolfo, con l’idea di eliminarli del tutto in futuro. Nel 2013 a La Biancara arriva Franco Giacosa, enologo di fama e convinto sostenitore dell’agricoltura naturale: il lavoro in tandem dei due amici migliora ulteriormente i vini dell'azienda che, come ha sempre detto Angiolino, “Non devono essere solo naturali, ma anche buoni”. Il 2018 segna un ulteriore passaggio nella storia del Sassaia: è la prima annata da Garganega in purezza, senza il tradizionale apporto del Trebbiano di Soave, che si trova in misura sino al 15% nelle annate precedenti. Questo Sassaia 2018 è un vino ancora timido, i profumi passano dalle note minerali sassose a quelle di erbe aromatiche fresche e frutta gialla; il sorso, sapido, fresco, si allunga con eleganza su grintose note agrumate che lo accompagnano per tutto il lungo finale.
(Massimo Lanza)
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