Antonio Camillo ha scelto le sfumature del mare per l'etichetta di questo vino. Il produttore di Manciano, in provincia di Grosseto, fa una dedica al Mar Mediterraneo usando solo in parte l'uva che da lui ti aspetteresti, il Ciliegiolo, indubbiamente la sua firma enologica. Il resto è Grenache e Carignano, le sue nuove scommesse. Un blend che più di macchia mediterranea, di mirto, di lentisco, di pineta non potrebbe sapere. E non c'è nulla di veramente inatteso in questa scelta. Piante di Tinto di Spagna” - come era conosciuta la Grenache in Maremma - e di Carignano – granè in gergo dialettale - ci sono da secoli da queste parti, perché “le uve del mare” navigano. Le nuove selezioni sono sarde, ma nel suo girare tra le colline di Saturnia e Manciano, Antonio si è imbattuto in questi filari “forestieri” e nei racconti di chi le ha sempre vinificate in promiscuità. Ora Camillo le riporta alla ribalta, ma non tradendo quell'idea di “meticciato” che condivide, e mette subito il vino in commercio - cosa non consueta per la sua filosofia aziendale - perché vuole che sia giovane e immediato. Il calice tiene fede alle premesse: croccante, saporito, un rosso intenso ma leggiadro. Da bere anche leggermente fresco. In più, chi acquista Mediterraneo dona trenta centesimi alla Life Support di Emergency, la nave che pattuglia il Mare Nostrum per soccorrere i naufraghi. È un vino buono, ma anche giusto.
(Francesca Ciancio)
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